Barriera anti-plastica sul Tevere, c’è il progetto
Secondo i dati dell’Ispra ogni ora entrano in mare 90 pezzi. La «diga» sarà sperimentata prima sul Po
«Ogni ora dal canale di Fiumicino entrano in mare 90 plastiche della grandezza di 2,5 centimetri». L’inquinamento che scorre nel Tevere emerge dai dati di Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, durante la conferenza «Il fiume salva il mare» sul barcone di Marevivo al Flaminio.
L’incontro, in collaborazione con il Comune e il ministero dell’Ambiente, è stato presieduto dalla presidente di Marevivo Rosalba Giugni, che ha lanciato un appello per l’adozione di una barriera anti-plastiche già in fase di sperimentazione: «Per mitigare l’inquinamento la prima azione concreta è quella di posizionare sistemi di raccolta dei rifiuti alla foce di tutti i corsi è la dimensione media delle plastiche in mare che resta in superficie: il resto è disperso nei fondali d’acqua. Sosteniamo e seguiremo i progetti di sbarramento della società Castalia». La presidente ha poi spiegato: «La plastica in superficie rappresenta solo il 15%, il resto è disperso nei fondali ed è più difficile da recuperare». Come ad esempio i cotton fioc.
Il progetto di sbarramento, che al momento è un prototipo in sperimentazione a Fiumicino sotto al ponte di ferro, è gradito all’assessora all’Ambiente capitolina Pinuccia Montanari: «Sarà un argomento dell’ufficio speciale Tevere». Intanto in assessorato è pronta la cabina di regia con decine di associazioni ambientaliste, da Marevivo a Legambiente, insieme con le istituzioni, dal Comune alla Regione, e con l’Autorità di bacino. «È una sinergia tra diverse competenze sui temi delle pulizie, dissesto idrogeologico, relitti, navigabilità» ha spiegato Montanari. Nel progetto c’è anche la spiaggia annunciata mesi fa dalla sindaca Virginia Raggi sotto ponte Marconi. «Per giugno dovrebbe essere disponibile» ha confermato Montanari. «Intanto a vigilare sul fiume ci sono 15 agenti di polizia locale e protezione civile che da mesi pattugliano le ciclabili del Tevere a piedi, in bici e con i fuoristrada».
A spiegare il sistema di sbarramento è stato il direttore tecnico di Castalia, Lorenzo Barone: «Si tratta di un tubo di 15 centimetri che in parte emerge. Ogni modulo è lungo sei metri per consentire spazio alla navigazione. Gli oggetti che sbattono contro la barriera seguono un corridoio: alcuni passano sotto, ma quelli che vanno sopra sono convogliati su un lato del fiume per essere depositati sulla sponda». La raccolta delle plastiche la effettuerà Corepla, il consorzio che fa anche la separazione. Il progetto esecutivo partirà a maggio su Po. «A fine agosto - ha aggiunto Barone - realizzeremo vari prototipi per verificare la soluzione migliore». Cosa si trova nella barriera? «Tanti flaconi, bottiglie e tappi. Ma non solo plastica, anche molte cannucce di legno». Queste ultime vanno separate e smaltite in altro modo.