Stadio Flaminio Zona ripulita da 300 volontari
Abodi: collaboriamo. Frongia: sport pure nel perimetro esterno
Hanno ripulito la zona antistante lo Stadio Flaminio, abbandonato nel degrado dal 2011: i protagonisti sono circa 300 volontari tra adulti e ragazzi che hanno animato ieri l’iniziativa «Wake up Flaminio» che aveva l’obiettivo di riqualificare l’area esterna all’impianto sportivo. Tra i promotori Andrea Abodi (Istituto del Credito sportivo), il Campidoglio e «RetakeRoma». L’assessore comunale allo Sport Frongia: «Il Flaminio sarà e resterà un impianto prevalentemente sportivo».
Vederlo ridotto così è come un cazzotto nello stomaco di tutti i romani. Intrappolato nei rovi, soffocato dall’incuria, luogo simbolo ormai da anni del degrado e dell’abbandono, lo Stadio Flaminio resta una ferita aperta nel cuore della Capitale. La più dolorosa e purulenta. L’auspicio è che il giorno del Natale di Roma, simboleggi da ieri la data della rinascita dell’impianto sportivo sorto per le Olimpiadi del 1960 e abbandonato a se stesso dalla fine del 2011. Ieri mattina circa 300 volontari, tra adulti e bambini, si sono dati appuntamento nella zona antistante lo stadio per l’iniziativa «Wake up Flaminio», volta a riqualificare le aree esterne all’impianto. Un progetto sostenuto dall’Istituto per il Credito Sportivo insieme a Comune e «RetakeRoma».
Un esercito di volontari, armati di rastrelli, coadiuvato da Ama e Servizio giardini. In prima linea anche Andrea Abodi, presidente dell’Istituto Credito Sportivo, che si è rimboccato le maniche e a colpi di decespugliatore ha dato il suo contributo. «Lo stadio Flaminio - ha spiegato Abodi purtroppo oggi è icona di degrado e abbandono. Ci stiamo impegnando, insieme ad altri partner ed in collaborazione con Roma Capitale, per un piano di riqualificazione dell’intera area. La partecipazione di tanti cittadini a questa iniziativa è testimonianza di attenzione e disponibilità».
Il progetto è incentrato non soltanto sullo stadio Flaminio. «Il piano di sviluppo del Villaggio Olimpico prevede investimenti per circa 50 milioni di euro – ha chiarito Abodi - ma il problema più importante sono le volontà. Non è più il tempo della denuncia e dello sdegno, ma dell’assunzione di responsabilità e della collaborazione. C’è la volontà di dare un contributo e un sostegno da parte di alcune realtà pubbliche e private».
Un programma per ridare dignità all’intera zona, articolato su tre fronti come ha spiegato l’Assessore allo Sport, Daniele Frongia: «Abbiamo un progetto internazionale per uno studio di conservazione, i cui lavori sono partiti già da mesi con l’università “La Sapienza”; un progetto temporaneo assieme al Municipio da realizzare nei prossimi mesi per animare lo stadio almeno nel suo perimetro e le curve. Infine il progetto definitivo che, vista l’incuria degli ultimi 5 anni, necessita di un intervento molto consistente, e per questo stiamo lavorando con il Coni. Il Flaminio sarà e resterà un impianto prevalentemente sportivo». L’idea, entro la fine dell’anno, è di destinare gli spazi di pertinenza dello stadio ad attività sportive all’aperto, quali l’arrampicata, il basket e la pallavolo. L’iniziativa nei giorni scorsi era stata caldeggiata anche da Francesco Totti e Paolo Di Canio. Alla manifestazione presente anche l’ex campione olimpico di scherma Aldo Montano, che al Flaminio mosse i primi passi.