Elena Sofia Ricci: il mio destino in due scarpette
Le svolte della vita, a volte, passano dagli armadi, capaci di custodire anche per una generazione intera passioni e destini. Parola di Elena Sofia Ricci. «Vengo da una famiglia di architetti, mio nonno, Leonardo Ricci, era contrario all’idea che mia madre facesse la ballerina, come lei sognava. La nonna, che le aveva comprato le scarpette da punta, le nascose in un armadio. Lei ha poi fatto la scenografa. E curiosando per la casa quelle scarpette le ho trovate io, mi sembrarono enormi e favolose». Aveva solo tre anni la piccola Elena Sofia e non ci fu verso di toglierle quell’innamoramento dalla testa. «La danza e la musica sono state l’inizio di tutto: la nonna mi iscrisse a danza, poi mi regalò una chitarra. Così la musica è stata la prima sorgente da cui mi sono abbeverata, insieme alla pittura. In più, in casa erano tutti un po’ matti. In effetti — scherza — solo la psichiatria avrebbe potuto essere un alternativa allo spettacolo».
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La nonna mi iscrisse a danza, poi mi regalò una chitarra. Così la musica è stata la prima sorgente da cui mi sono abbeverata, insieme alla pittura. In più, in casa erano tutti un po’ matti
Cinema, teatro, televisione. Lei passa agevolmente da un mondo all’altro.
«Per fortuna gli steccati del passato sono caduti. Io per temperamento non sono capace di stare ferma in un angolo. Ormai mi sento una pentatleta, una disciplina chiama l’altra».
Ha appena concluso la tournée di uno spettacolo a cui è molto legata, Vetri rotti di Miller.
«Un’esperienza di cui vado fiera, lo riprenderemo nel 2019. Era un testo che da tanto non veniva rappresentato, l’ultima a interpretare il mio personaggio fu Valeria Moriconi, una donna a cui devo molto».
È nelle sale con Il tuttofare di Valerio Attanasio, fa la moglie, cattivissima, di Sergio Castellitto.
«Una vera iena. Mi è piaciuto lavorare con un regista esordiente. E accanto a Sergio, un vero invito a nozze».
Della sua Veronica Lario negli attesissimi Loro 1 e 2 che stanno per uscire, la diretta interessata ha detto: «Finalmente sullo schermo mi vedrò più bella e più magra». Lei che dice?
«Ormai ci siamo, giudicherà il pubblico».
E suor Angela?
«Mi aspetta al varco, sto per tornare sul set della nuova stagione di Che Dio ci aiuti. Ci saranno sorprese, dovrà affrontare momenti difficili».
Ha curato regie in teatro, vorrebbe dirigere un film?
«No ma mi piace scrivere: ho un soggetto pronto, una storia molto nera che però ho tenuto nel cassetto perché per anni in questo paese sembrava che si potesse fare solo la commedia. Ora c’è più apertura, ho fatto
una nuova stesura. Vedremo. In quanto al teatro, sogno una messa in scena del Macbeth, contaminato con la danza. Ne ho parlato con mia sorella Elisa Barucchieri, grande coreografa».
È nata a Firenze e è arrivata a Roma da piccola. Un’anima divisa in due?
«Ne vado fiera. Sono cadenze che corrispondono a stati d’animo utili a seconda delle situazioni. Mi sento romana e romanista, sono arrivata qui a 7 anni, è una città a cui devo tanto».
Come la vede?
«Soffro profondamente, per me è quel piano sequenza meraviglioso di Mamma Roma di Pasolini con la Magnani. È accogliente, generosa, vederla cosi maltrattata anche da noi cittadini mi addolora. Questa poca attenzione alla cultura e alle nostre meraviglie artistiche che potrebbero essere il nostro petrolio mi fa sanguinare».
Elena Sofia Ricci si racconta Al cinema è la moglie di Castellitto in «Il tuttofare» e interpreta Veronica Lario in «Loro» di Sorrentino