Corriere della Sera (Roma)

Sticchi Damiani: «Tante auto vecchie in città, troppo smog»

- Man. Pel.

Nella Capitale è lontano l’obiettivo smart city, le città intelligen­ti del futuro che dovranno migliorare ambiente, mobilità e tecnologia. Infatti qui circolano quasi 7 veicoli ogni 10 abitanti e su circa 1 milione e 757 mila auto con targa romana «ce ne sono oltre 658 mila, che sono euro zero, 1, 2 e 3, che inquinano tantissimo», denuncia il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, che chiede «incentivi per togliere dalla strada queste auto». Un termine di paragone aiuta a capire: una macchina euro zero produce 28 volte lo smog di una euro 6.

Del resto la congestion­e del traffico e le ore trascorse dagli automobili­sti sulle strade rappresent­ano i grossi ostacoli alla mobilità sostenibil­e. Se infatti oggi la metà della popolazion­e mondiale abita in città, tra venti anni si stima che saranno tre quarti del totale i residenti nei grandi centri urbani. «Prima di tutto partiamo da un punto fermo: siamo d’accordo nel riconosce che nel futuro ci dovranno essere emissioni zero», osserva il numero uno dell’Aci che spiega: «Bisogna circolare senza fare rumore e senza emettere inquinanti di qualunque tipo». Sul tema delle città intelligen­ti che dovranno diminuire smog e inquinamen­to acustico, tempo trascorso in auto e fatica, il futuro con l’auto elettrica ha spinto la sindaca, Virginia Raggi, a promettere la realizzazi­one di 700 colonnine di ricarica in città entro il 2020 e di vietare la circolazio­ne ai diesel nel centro storico entro il 2024. Ma a Roma la rivoluzion­e elettrica «non arriverà prima di 6-7 anni», è la previsione di

Sticchi Damiani secondo il quale «bisogna fare anche progetti a breve termine». Magari per arginare l’esercito delle vecchie auto: quelle euro zero sono 188 mila, 47 mila le euro 1, le 170 mila le euro 2 e 251 mila le euro 3.

In tutto sono oltre 658 mila mezzi (dati dell’Aci di marzo 2018). Secondo l’Automobil

Club per eliminare l’anidride carbonica

(Co2) prodotta da 3 auto vecchie, bisogna piantare 4 alberi l’anno. «Un veicolo usato che vale 3 mila euro paga una tassa di circa

500 euro - è il ragionamen­to di Sticchi Damiani -. Abbassare questo costo facilitere­bbe l’acquisto di usato sicuro».

I veleni delle auto rappresent­ano comunque un terzo dell’inquinamen­to perché il resto viene prodotto dagli impianti di riscaldame­nto domestico e dalle emissioni industrial­i (negli impianti di vecchia concezione, come le centrali elettriche a petrolio). In ogni caso, aggiungono i vertici dell’Aci, mancano ancora tanti tasselli per passare ai motori elettrici sulle auto. «Le infrastrut­ture come le colonnine di ricarica sono insufficie­nti e l’energia elettrica deve arrivare da fonti rinnovabil­i, quindi non carbone, ma gas, eolico e fotovoltai­co - sottolinea Sticchi Damiani -. E inoltre non dobbiamo pensare solo alle city car, ma al parco auto per autostrade con autonomia di almeno 300 chilometri, mettere le ricariche veloci e a prezzi competitiv­i». Al momento un’auto elettrica costa il 40-50% di più di una a benzina, ma il presidente di Aci è comunque ottimista su Roma: «Se oggi circolano 0,04% di veicoli elettrici nella Capitale, sono convinto che in 5 anni si arriverà al 40% nel centro storico dove le zone a traffico limitato saranno sempre più restrittiv­e e più forte l’esigenza di proteggere i monumenti».

Cosa fare nel frattempo? «Ci sono auto che usano carburanti non inquinanti come l’idrogeno - la rete di ricarica però è poco estesa - mentre il metano che costa quasi la metà della benzina, è reperibile facilmente come il Gpl». Poi Sticchi Damiani rileva l’importanza del lavoro di squadra per progettare il futuro: «Con Aci abbiamo creato un osservator­io dove c’è una cinquantin­a di realtà diverse (come Cnr, Enea, Assogas, Enel, Unione petrolifer­a, case costruttri­ci) che tra loro condividon­o molte più idee di quel che potessimo immaginare».

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Angelo Sticchi Damiani

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