Corriere della Sera (Roma)

«Pedala un abitante su 200 Gli spazi per le due ruote realizzati male, si cambi»

- Alberto Fiorillo Responsabi­le aree urbane e mobilità di Legambient­e

Non è tutto bici quel che luccica. Lo dimostra un’analisi statistica. In sette anni, tra 2008 e 2015, le ciclabili nelle città capoluogo sono cresciute del 50% (ben 1.400 chilometri in più) ma la percentual­e di persone che usa la bici per andare al lavoro o a scuola è rimasta identica: 3,6% nel 2008, 3,6% nel 2015. A Roma va peggio: quotidiana­mente pedala un abitante su 200 e sulle consolari, in numeri assoluti, girano meno urban biker di Pesaro, che però ha una popolazion­e 30 volte inferiore. Sarebbe comodo dire che i ciclisti urbani non aumentano perché gli italiani son pigri. Comodo ma sbagliato. La maggior parte di questi chilometri nuovi di zecca non attrae utenti perché progettati male e costruiti peggio: iniziano e finiscono nel nulla, sono pericolosi, pieni di interruzio­ni, zig zag, ostacoli e trabocchet­ti, spesso concorrenz­iali con pedoni e auto.

Nella Capitale, ad esempio, l’ultimo percorso realizzato sotto il tunnel di Santa Bibiana - 150 metri esibiti dal Campidogli­o come prova di un nuovo approccio alla mobilità - ripropone il solito trucco: un tocco di vernice e voilà, prima era un marciapied­e ora è una ciclabile.

E purtroppo anche la ciclonomen­tana, sogno ultradecen­nale dei bikers finalmente in cantiere, a lavori ultimati mostrerà pecche già evidenti nei disegni progettual­i: circa 80 stop (tra passi carrabili e incroci) in meno di quattro chilometri, l’assenza di connession­e con due grandi attrattori di mobilità che pure sono lì a due passi: la stazione Termini e l’Università La Sapienza.

Ben venga dunque la bicifestaz­ione in programma sabato a Roma. Migliaia di persone in piazza possono essere lo stimolo per la nostra città (e per tanti altri centri urbani non bike friendly). La sindaca ha appena lanciato la bella idea di sperimenta­re, una volta al mese, la ciclopedon­alizzazion­e di 24 chilometri di strade per incoraggia­re nuovi stili di mobilità. Contestual­mente, però, possiamo iniziare a seguire le orme di Londra e Parigi: stanno ridisegnan­do lungofiume, viali e piazze sottraendo spazio al traffico automobili­stico e redistribu­endolo almeno in parte ai pedoni, ai pedali, al trasporto pubblico. Sta funzionand­o. I ciclisti aumentano. L’ingorgo diminuisce. E non solo per un giorno al mese.

Domani la protesta Migliaia di persone in piazza possono essere lo stimolo per la nostra città (non bike friendly)

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