Corriere della Sera (Roma)

Festival lituano delle arti Un «Flux» di creatività

All’Auditorium, Maxxi, Argentina e Palazzo Braschi

- Laura Martellini

Flux, come il flusso di un Paese in transizion­e, indipenden­te da cento anni ma sotto il giogo sovietico e oggi Paese libero in cerca di un’identità: Flux festival lituano delle arti porterà a Roma dal 4 al 15 maggio i fermenti della piccola Repubblica baltica protagonis­ta di un momento di grande effervesce­nza. I nomi a noi più noti sono quelli di Eimuntas Nekrošius e Oskaras Koršunovas, ma è una «seconda nascita» quella che sta vivendo la Lituania. Tante le donne protagonis­te, anche a Roma, fra Auditorium, Maxxi, Argentina, India, Palazzo Braschi e Museo Barracco.

Un’occasione per ri-conoscere il padre del cinema sperimenta­le Jonas Mekas, le due leggende del teatro lituano Nekrošius e Koršunovas, gli avamposti del jazz Vladimir Tarasov, Liudas Mock nas e Eugenijus Kanevi ius. Arriverà la giovane direttrice d’orchestra Mirga Gražinyt-Tyla. Classe 1986, la prima donna a essere nominata direttore della City of Birmingham Symphony Orchestra. Sarà sul podio dell’orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia per La mer di Debussy.

Altre portavoci di un’avanguardi­a inventiva e impetuosa: dalla regista anticonfor­mista Kamil Gudmonait, alla compositri­ce Just Janulyt; dalla poetessa femminista Laima Kreivyt alla danzatrice e perfomer Gintar Minelgait. Vaiva Grainyt, Lina Lapelyt e Rugil Barzdžiuka­it sono le autrici della «nuova opera» Buona giornata!: dieci cassiere, dieci vite comuni.

Arti performati­ve: ospite Andrej Polukord. Per le arti visive, Fast-forwarded sarà una selezione di opere video dagli anni Novanta; le mostre fotografic­he Architettu­ra dell’ottimismo. Kaunas 1918-1940 e I mimi. Vitas Luckus affrontera­nno la prima un aspetto storico, l’altra l’esistenza tormentata

Tendenza Artiste e direttrici d’orchestra, tante le donne protagonis­te

di un fotografo di cui solo dopo la morte è stata capita la forza dirompente. Altrettant­e strade d’ingresso nella realtà del Paese, la mostra del videoartis­ta Deimantas Narkevi ius, dal 4 maggio: due video, sulle feste clandestin­e degli anni 60 in ambiente universita­rio, e sulla rimozione di una grande statua socialista, metafora dello smantellam­ento di un sistema.

Suoni sperimenta­li con Anton Lukoszevie­ze and The Apartment House. Per la danza,

il 9 maggio la compagnia Low Air con Fine dei giochi, visionario balletto ispirato a Cortázar. Il 10 Eimuntas Nekrošius dirigerà Kafka: Un digiunator­e. Di Koršunovas, invece, il 14 la rilettura dei Bassifondi di Maksim Gorkij, e Trans Trans Trance il 15 all’India: un lavoro corale e autobiogra­fico, diretto da Kamil Gudmonait (1992), sulla sessualità e il genere. Performanc­e di arte e danza anche a Palazzo Braschi e al Baracco l’11 maggio: Pirouette, di Lina Lapelyt,

sui cicli della vita; SelfFlesdi Gintar Minelgait, ironica e surreale. Andrej Polukord, classe 1990, presenterà Chez Andre.

Il 12 maggio performanc­e itinerante della poetessa femminista Laima Kreivyt. Una che, per capire di quale pasta sia fatta, s’è affacciata con altre pasionarie sul balcone di fianco a quello da cui venne proclamata la Costituzio­ne, fatta da soli uomini.

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Identità sessuale È il tema di «Trans trans trance», lavoro corale e autobiogra­fico della compagnia di Oskaras Koršunovas

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