Metro C, il 12 apre San Giovanni
Annuncio del Campidoglio. Stazione comunicante con quella della linea A, bus per la B
Sabato 12 aprirà la stazionemuseo San Giovanni della metro C. «È una svolta», commenta la sindaca Virginia Raggi. «La frequenza iniziale sarà di 12 minuti, ma contiamo di portarla a 9 minuti entro due anni», spiega la prima cittadina. Con la nuova stazione la metro C è ora collegata alla A, mentre è pronta una linea di superficie (il bus 77) che raggiunge Piramide in modo da avere anche il collegamento con la B. L’idea dei 5 Stelle è quella di proseguire i lavori, anche se il capolinea è ancora incerto (Clodio-Mazzini o Farnesina).
Sabato 12 maggio aprirà la stazione-museo San Giovanni della metro C. «È una svolta», commenta la sindaca Virginia Raggi, che ne vale tre. Prima di tutto perché l’apertura della stazione significa un cambio pratico nella vita dei cittadini: finora la terza linea della metro è stata solo un troncone - da Pantano a piazza Lodi mentre dal 12 maggio andrà a intercettare la metro A, entrando a tutti gli effetti a far parte della rete cittadina. «La frequenza iniziale sarà di 12 minuti, ma contiamo di portarla a 9 minuti entro due anni», viene spiegato da Raggi. Al suo fianco l’assessora alla Mobilità, Linda Meleo, il presidente della commissione Trasporti, Enrico Stefàno, e il consigliere Pietro Calabrese. Pronta anche una linea di superficie (il bus 77) tra la stazione-museo e Piramide proprio per collegare San Giovanni con un altro nodo strategico. La prima svolta riguarda i cittadini, insomma, visto che riconfigurerà la mobilità di un intero quadrante costantemente sotto stress tra ingorghi e cantieri.
La seconda svolta, dal sapore molto politico, sta nella seconda comunicazione data dalla sindaca: «Questa opera continuerà. Andrà avanti: non si ferma», precisa Raggi ratificando il cambio di visione del Campidoglio sulla metro C, un tempo icona (da abbattere) dello spreco capitale e adesso opportunità di sviluppo per la città. L’idea è quella di attraversare tutta Roma, il capolinea è ancora incerto (Clodio-Mazzini o Farnesina), ma si sa che ci sarà almeno una fermata intermedia nel cuore della Capitale – tra Campo dei Fiori e piazza Navona - come sta sulle carte, oggi un po’ vintage, del progetto originario anni ‘90 della giunta Rutelli.
E più avanti si comincerà a parlare anche della linea D: è un cambio di rotta sostanziale, enfatizzato anche dalle grandi assenze di ieri: niente invito per Mit, Regione e Soprintendenza, anche se i primi due hanno finora finanziato l’82% della spesa. Meno di due anni fa, a cavallo delle comunali, Raggi minacciava di chiudere il cantiere della C, allora un male assoluto viste le grane amministrative, economiche e giudiziarie che ha generato: 7 anni di ritardi, 45 varianti e almeno 700 milioni di euro di extra-costi (3,7 miliardi anziché i 2,9 di stanziamento iniziale) più un altro mezzo miliardo di contenziosi fra Comune e costruttori. Anche l’anno scorso in occasione del primo open day a San Giovanni - era il 1° aprile 2017 - la sindaca era stata fredda («Ci sono i tram...») sulla possibilità di far proseguire oltre il Colosseo (fermata già finanziata dal Cipe insieme a quella Amba Aradam) la metro degli sprechi messa nel mirino dagli elettori dei comitati di quartiere. Ora, però, «siamo forza di governo – il commento del consigliere Calabrese –. Siamo cresciuti e vogliamo dimostrare di poter fare le cose fatte bene». Ovviamente dal Pd si reclama la titolarità dell’opera partita sotto Veltroni. E qualcuno fa riferimento
La rete
La linea andrà a intercettare la A, entrando così nella rete cittadina
La promessa
La sindaca: «Contiamo di portare la frequenza dei convogli a nove minuti entro due anni»
anche alle parole dell’assessore alla Mobilità della giunta Marino, Guido Improta, che nel 2015 dichiarò la volontà di far arrivare la Metro C a Farnesina così da convincere il Cio della bontà della candidatura di Roma ai Giochi 2024. Ora Raggi vuole spingere la linea C fino alla Farnesina, ma senza i miliardi del Cio: valeva la pena dire di no?
Segno di una metamorfosi che ha dovuto completarsi, evidentemente. Anche perché, ed è questa la terza svolta, ora il quadro normativo è diverso: l’uscita dai vincoli dalla Legge Obiettivo 443/2001 - perno della tratta da Pantano a San Giovanni l’inserimento della metro nel Def e lo studio di project review fornito da Roma Metropolitane (un’analisi di circa 24 mesi: 2 milioni di euro) faranno della linea C un’opera tutta nuova. Con un nuovo contratto incardinato nella legge 50/2016, il nuovo «Codice degli Appalti», che potrebbe cambiare anche il quadro dei soggetti costruttori. Tradotto: con i poteri forti adesso un po’ più deboli.