L’Angelo Mai chiuso e riaperto Caos burocratico
Venti giorni per evitare la chiusura. Alfonsi: manca il regolamento del Patrimonio
Un cavillo burocratico, la mancanza di comunicazione tra Dipartimenti e ieri per la terza volta in quattordici anni l’Angelo Mai viene chiuso dai Vigili Urbani. Ma solo per poche ore. Interviene il vicesindaco con delega alla Cultura, Luca Bergamo per sospendere la chiusura per venti giorni.
Per la terza volta. Ieri mattina sono stati di nuovo apposti i sigilli all’Angelo Mai di via delle Terme di Caracalla. Ma il centro culturale è stato riaperto dopo qualche ora, grazie all’intervento del vicesindaco e assessore alla Crescita culturale Luca Bergamo, che in un primo tempo aveva dichiarato di non saper nulla di questa chiusura e poi ha lavorato per ottenere una sospensiva di 20 giorni.
«Ringrazio il dipartimento Patrimonio che ha preso atto delle motivazioni per cui ho avanzato la richiesta di sospendere lo sgombero dell’Angelo Mai e ne ha disposto il differimento. L’Angelo Mai e altre esperienze simili in città sono importanti per la loro offerta culturale, per il patrimonio di relazioni umane e sociali che consentono di realizzare e per il presidio sul territorio che la loro presenza in molti casi assicura» dichiara Bergamo appena la polizia municipale toglie i sigilli alla struttura.
Lo stabile delle Terme di Caracalla, pur essendo un luogo riconosciuto di produzione culturale e un laboratorio di sperimentazione artistica di livello alto da oltre 14 anni, vive da sempre la precarietà collegata alla sua genesi. Quella di centro sociale occupato, seppur riconosciuto in passato con una regolare assegnazione che però fatica a trovare attualmente una sua stabilità, in mancanza del nuovo regolamento comunale sul patrimonio che ne assicuri la legittimità.
«Questo sgombero non ha tenuto conto di due atti politici fondamentali: l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal consiglio comunale spiega Sabrina Alfonsi, presidente del I municipio - e la delibera di giunta che sospendeva ogni sgombero in attesa che venisse disciplinato e votato il nuovo regolamento del patrimonio comunale».
Ora ci sono 20 giorni per trovare una soluzione affinché non si debba assistere alla nuova chiusura dell’Angelo Mai. «Siamo certi che l’assessore farà di tutto per risolvere il problema - continua Alfonsi -, ma il vero tema è che bisogna votare al più presto il regolamento del patrimonio per tutte le situazioni che vivono in precarietà come l’Angelo Mai o che sono state costrette a terminare per questo le proprie attività».
Il centro indipendente di produzione culturale è scelto da compagnie teatrali nazionali e internazionali, qui si esibiscono i «Motus», nel 2016 ha vinto il premio Ubu «Franco Quadri».
A fianco dell’Angelo Mai ieri sono scesi in campo artisti, politici, amministratori, sindacalisti. «È l’ennesima chiusura di uno spazio dedicato alla creatività e alla cultura indipendente - commenta Tina Balì, segretaria Cgil di Roma e Lazio -. Anche la Cgil si unisce alla richiesta di differimento della chiusura per permettere di trovare in tempi brevi una soluzione». Su Facebook il regista Daniele Luchetti, i cantanti e musicisti Manuel Agnelli e Daniele Silvestri hanno postato le loro dichiarazioni a favore del centro.
«Una città senza alcuna guida politica: è solo questo il senso dell’azione di sgombero di ieri mattina dell’Angelo Mai», commenta Marco Palumbo (Pd), presidente capitolino della commissione Trasparenza.
Contraddizioni Concessione scaduta, ma il Comune nel 2016 aveva deciso di sospendere lo sfratto