«Open House», tutta l’architettura a porte aperte
Sabato e domenica centinaia di accessi straordinari: case private, palazzi storici, stazioni, ministeri
Ci sono i luoghi mai visti, quelli di norma chiusi al pubblico, ci sono studi e abitazioni private, uffici particolari e perfino i «dietro le quinte» di celebri monumenti come la Fontana di Trevi e quella dell’Acqua Paola al Gianicolo, che sveleranno ai visitatori i loro meccanismi idraulici. Tutto nel segno dell’architettura e del design, i grandi protagonisti della rassegna «Open House», giunta alla settima edizione, che si svolgerà sabato e domenica.
Centinaia e centinaia le aperture, coinvolti tutti i municipi in un itinerario che abbraccia migliaia di anni di storia. Un viaggio ideale che attraversa l’archeologia e arriva a guardare al futuro. Impossibile elencare tutto ciò che si vedrà, sempre con la formula della visita guidata gratuita, libera o su prenotazione tramite il sito — www.openhouseroma.org — dove è possibile scorrere descrizioni e modalità di accesso a ogni singolo edificio, ambiente. A ciascuno il suo, secondo i gusti: si potrà entrare a Palazzo Pamphili o in un alloggio bioItalo climatico a Primavalle, nei depositi di un museo o a Villa Blanc, negli antichi Forti che difendevano la città o in un loft al Pigneto. L’elenco (impossibile da sintetizzare, ma il sito suggerisce mappe geografiche e per tipologia di edificio) include, tra i tanti: Il Palazzo dell’Aeronautica di Roberto Marino, 1931, voluto da Balbo e affidato a un architetto di 28 anni. La Stazione Termini che non si vede: il fabbricato «I» straordinariamente aperto per l’occasione con sala di comando e altri ambienti integri d’epoca. L’Hotel Mediterraneo, 1936, uno dei migliori esempi conservati di Art Déco a Roma, con 50 metri di altezza l’edificio più alto del centro. La scuola Galilei di via Conte Verde, di Marcello Piacentini, 1918, con aula magna decorata da Cambellotti. La prima «casa di paglia urbana», 2012, al Quadraro, descritta come «esempio significativo di un’architettura privata, realizzata interamente con materiali sostenibili e a basso consu- mo energetico». Innumerevoli gli interni privati, spesso freschi di ristrutturazioni firmate da giovani studi di architettura. E altrettanti gli accessi a edifici, sia pur diversamente, «storici»: Archivio centrale dello Stato all’Eur, Palazzo degli Uffici con accesso straordinario al rifugio antiaereo, Palestra di Mussolini al Foro Italico, direzione generale Rai di viale Mazzini, Mura e i Castra Praetoria (visita archeologica alla Biblioteca Nazionale), sede Fao, il ministero dell’Economia voluto da Quintino Sella, edifici delle Accademie straniere — dalla Villa Maraini-Istituto Svizzero all’Accademia di Spagna col Tempietto del Bramante — basiliche sotterranee, decine di atelier di artisti, Biblioteca Angelica, Sant’Ivo alla Sapienza, l’Hertziana, Palazzo Koch-Banca d’Italia, il «Colosseo quadrato», il Mitreo di santa Prisca o l’ex ministero delle Corporazioni in via Veneto (ancora Piacentini, vetrata di Mario Sironi, ambienti intatti fine anni Venti-inizi anni Trenta).