Corriere della Sera (Roma)

Tor de’ Schiavi, il Papa inaugura «Casa della gioia»

Francesco torna in periferia e benedice centro disabili

- M. Io.

Papa Francesco è tornato ieri pomeriggio in un quartie- re di periferia. Questa volta a Tor de’ Schiavi dove migliaia di persone hanno atteso il Pontefice - accogliend­olo con applausi, cori e i videofonin­i alzati per riprendere l’evento che ha inaugurato la «Casa della gioia», un centro diurno per disabili che di notte diventa servizio per i senza fissa dimora. Il Papa, che ha invitato giovani a pregare «sempre per i genitori», ha celebrato la messa nella parrocchia del Santissimo Sacramento, a Centocelle.

Arriva con un quarto d’ora di anticipo Papa Francesco a Tor de’ Schiavi. Lo aspettano migliaia di romani per le 15.45, ma alle 15.30 è già lì. Tutti con i cellulari in alto per fotografar­lo e conservare il ricordo tra grida di gioia e applausi. Un’atmosfera di eccitazion­e e di intensa emozione accoglie la nuova visita del Pontefice nelle periferie romane.

Francesco entra nella parrocchia del Santissimo Sacramento, nel popoloso quartiere di Centocelle, alla periferia est della Capitale. A Tor de’ Schiavi inaugura la «Casa della gioia», un centro per persone con disabilità, realizzata nei locali del sottotetto. «Francesco, Francesco» e «Viva Papa Francesco», urlano in tanti, mentre Bergoglio attraversa la folla protetta dalle transenne, stringendo decine di mani e regalando tante carezze ai bambini.

Nell’oratorio incontra la comunità parrocchia­le, rispondend­o alle domande poste a raffica da un genitore, un giovane, un adolescent­e e alla fine da un bambino. Una preghiera per la mamma che dovrà subire un intervento la chiede Mattia, un bambino della parrocchia, al Santo Padre. «Dovete fare sempre questo — risponde il Pontefice —, pregare per i genitori. Sempre, non solo quando avete la speranza che vi facciano un regalo. I genitori hanno bisogno della vostra preghiera. E se hanno una malattia dovete pregare di più». Poi aggiunge: «Mi verrebbe voglia di chiedere ai giovani presenti: “Voi pregate per i vostri genitori?”. Ma il vostro silenzio mi fa pensare che la risposta non sarebbe proprio bella. Allora cominciate da adesso, una preghiera al giorno per chiedere al Signore: custodisci­li. La famiglia si fa con la preghiera di uno per gli altri. Andate avanti così, io pregherò per la tua mamma», dice Bergoglio esaudendo il desiderio di Mattia.

Il Papa dice, dialogando con una giovane animatrice della parrocchia, che quella della vicinanza «è una virtù che dobbiamo avere tutti noi cristiani: quando non c’è vicinanza, anche nei laici, c’è una parrocchia tiepida, funzionale, ma è una parrocchia “cardiopata”, ha la malattia del cuore. Vale per i pastori, per i laici e per le suore». Una giovane, Simona, ammette di aver avuto difficoltà ad inserirsi nella comunità parrocchia­le e chiede se il Papa, i vescovi e i preti vogliono bene ai ragazzi. «La mia risposta scherza l’uomo vestito di bianco - dovrebbe essere una bastonata a sacerdoti e vescovi, e anche alle suore...».

Nel salone parrocchia­le Francesco dispensa affetto e benedizion­i a anziani e ammalati. Quindi sale nei locali della «Casa della gioia», centro diurno per i disabili e ser- vizio notturno per i senza fissa dimora. Il Santo Padre si intrattien­e con loro visitando subito dopo la nuova casa famiglia e incontrand­o i sette ragazzi che la abiteranno insieme a due religiose e a una laica. La visita si conclude con una messa, che viene seguita anche all’esterno su un maxischerm­o. Durante la quale impartisce la cresima alla dodicenne Maya, una bambina affetta da una malattia mitocondri­ale, e alla sua mamma. Il parroco don Maurizio Mirilli definisce la malattia di cui soffre Maya «molto simile a quella del piccolo Alfie Evans».

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Affetto e selfie Papa Bergoglio saluta bambini, giovani e adulti che lo aspettano dietro le transenne nella parrocchia di Tor de’ Schiavi, proseguend­o il suo viaggio nelle periferie

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