Elena è stata uccisa dall’urto con il guardrail Adesso l’inchiesta punta sui lavori non fatti
LA TRAGEDIA DELL’OSTIENSE
Nell’incidente di domenica su via Ostiense che è costato la vita alla 25enne Elena Aubry la procura nominerà un ingegnere meccanico per una consulenza sulla dinamica della caduta. Se emergessero compatibilità con le radici affioranti dall’asfalto come causa della caduta, si aprirebbe la strada alle verifiche sui lavori di manutenzione e messa in s icurez za non fat t i . Via Ostiense dovrebbe beneficiare di 4 milioni sui 17 del cosiddetto «piano Marshall» delle buche, ma in quel tratto non ci sono stati lavori. I primi risultati dell’autopsia dicono che Elena è morta per l’impatto con la parte frontale del capo sul guardrail. Margherita Gatta, assessora ai Lavori pubblici, si impegna a riparare quante più strade possibile anche utilizzando un nuovo tipo di sigillante americano.
Il casco integrale ancora allacciato rimasto sull’asfalto a qualche metro di distanza dal corpo senza vita di Elena Aubry è una delle chiavi per entrare nelle cause dell’incidente di domenica mattina su via Ostiense. Graffi, ammaccature, distanze, posizione, tutto è utile per capire la dinamica di una caduta che non è ancora del tutto chiara, nè nella causa che l’ha originata, nè nella successione delle conseguenze che ha prodotto.
I primi risultati dell’autopsia cominciata nell’istituto di medicina legale di Tor Vergata avrebbero individuato in un urto con la parte frontale del capo la causa del decesso, immediato, della 25enne. L’impatto sarebbe avvenuto con uno dei piedi del guardrail dopo che il casco era già volato via. Come si traducono questi dati nella ricostruzione nei fatti?
Altri graffi e ammaccature, quelle sulla carena della Honda Hornet 600 sembrano confermare che la velocità tenuta dalla vittima in quel tratto di strada non era sostenuta. Possibile che l’ipotesi del sobbalzamento della moto sulle radici dei pini che affioun rano dall’asfalto abbiano prodotto la fatale combinazione di caduta/urto così come è stata registrata dalla municipale?
Gli agenti del X gruppo hanno a verbale anche la testimonianza di un altro motociclista che, con un passeggero, viaggiava a poca distanza dalla moto di Elena. L’uomo ha riferito di averla vista sorpassare un’auto ma senza compiere manovre azzardate. Nè, ha aggiunto, situazioni di pericolo tali da rendere necessario una correzione di rotta improvvisa arrivavano dalla corsia opposta. Un tratto rettilineo, la strada libera, la velocità contenuta. Perché una ragazza ha perso la vita una domenica mattina mentre era di ritorno dal mare?
Il prossimo passo nell’inchiesta della pm Laura Condemi sarà quello di nominare ingegnere meccanico come consulente tecnico per mettere assieme tutti gli elementi raccolti e capire se, come sembra, l’incidente sia dipeso davvero dal manto stradale sconnesso. Una corrispondenza che, se verificata, aprirebbe la strada agli accertamenti su eventuali responsabilità amministrative nella corretta manutenzione.
Via Ostiense, come tutte le arterie di grande viabilità, non rientra nella competenza municipale bensì in quella del Simu, il dipartimento capitolino che dagli uffici di via Petroselli sovrintende alla manutenzione delle infrastrutture urbane. Il nodo è quello della sicurezza, perché se è vero che lungo la via a scorrimento veloce compaiono cartelli per segnalare i dossi e limitare a 50 chilometri orari l’andatura, è anche vero che dalla fresatura delle radici sporgenti al rifacimento del manto stradale c’erano interventi riconosciuti come urgenti anche dall’assessore Gata, che sui 17 milioni di euro del «piano Marshall» delle buche ne prevedeva 4 per via Ostiense. Soldi, però, mai arrivati in quel tratto stradale.