Corriere della Sera (Roma)

Centro, i residenti: no ai tavoli all’aperto

I cittadini a Raggi: vengano fatti rispettare i piani di massima occupabili­tà

- Garrone

Va avanti il braccio di ferro tra commercian­ti e residenti in Centro. Mentre i titolari di bar e ristoranti minacciano la serrata, chiedono di incontrare la sindaca e manifester­anno domattina alla Bocca della Verità (qualcuno ha perfino deciso di abbassare le saracinesc­he), le associazio­ni degli abitanti nel cuore della città hanno scritto a Virginia Raggi perché al contrario «non modifichi alcun regolament­o», anzi «faccia rispettare i piani finora approvati».

Tavoli all’aperto: si è arrivati al tutti contro tutti. Mentre i titolari di bar e ristoranti manifester­anno domattina alla Bocca della Verità, qualcuno perfino abbassando le saracinesc­he contro il «Catalogo degli arredi » e i « Piani di massima occupabili­tà » , e chiederann­o di essere ricevuti dalla sindaca, le associazio­ni dei residenti del centro hanno scritto a Virginia Raggi perché al contrario «non modifichi alcun regolament­o » , anzi «faccia rispettare i piani finora approvati». E il I Municipio, che ha convocato per il 20 maggio la Consulta del commercio, va avanti con la sua battaglia contro i dehors abusivi. Sono, infatti, ben 99 quest’anno le multe con chiusura del locale per cinque giorni, fino alla rimozione totale dell’abuso, e altre 17, con chiusura per tre giorni, le sanzioni ai «recidivi», a coloro che avevano l’occupazion­e di suolo pubblico ma avevano superato i limiti. Sempre negli ultimi mesi vi sono state 60 rimozioni di tavoli e arredi vari a Campo dei Fiori o al Portico d’Ottavia, a piazza dei Caprettari e a Sant’ Eustachio, a Santa Maria Maggiore o all’Esquilino.

«Io non ho nulla in contrario ai tavoli all’aperto - precisa l’assessore al commercio del I Municipio Tatiana Campioni - . Abbiamo fatto della lotta all’abusivismo un principio della nostra azione di governo anche per tutelare chi lavora nella legalità. Per questo l’impegno sarà costante e abbiamo voluto investire nell’attività importanti risorse economiche: 450 mila euro nel 2018 e altrettant­i nel 2019 e nel 2020. I fondi non sono mai stati così tanti, perché non si tratta di spot ma di un’azione costante e continua».

Proprio lamentando le troppe multe i titolari di bar e ristoranti protestano, guidati da Claudio Pica della Fipe Confeserce­nti: «Saremo ben oltre il migliaio - promette - Non si riesce a trovare una politica di rilancio della città. Avevamo chiesto una moratoria di 4 o 5 anni sugli arredi per metterci in regola: invece su queste difformità hanno anche revocato dei titoli » . «Decoro» innanzi tutto per i residenti che nella lettera a Raggi affermano: «Riaffermia­mo che l’attività privata non può assumere caratteri di prepotente invasività, in danno degli interessi collettivi, finendo così per pregiudica­re la vivibilità, la sicurezza e il valore economico di un bene collettivo quale è la città di Roma». «Chiedo un tavolo per un confronto civile con le associazio­ne di categoria - spiega Dina Nascetti di “Vivere Trastevere” - Noi che viviamo nei rioni conosciamo situazioni indifendib­ili».

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