E l’azienda è senza responsabile per la sicurezza
Il dirigente deve smaltire le ferie prima di dimettersi. I grillini in Comune: è «strategia del terrore»
In città scoppia il caos per i bus in fiamme in via del Tritone e Castel Porziano. E Atac avvia l’ennesima indagine interna per capire i motivi dei roghi, una decina nel 2018. Nelle chat dei grillini in Comune si fa riferimento ad una non precisata «strategia del terrore», dicono i consiglieri pentastellati come se ci fosse un piano per colpire la municipalizzata proprio nella giornata che era stata indicata - e poi posticipata a giovedì o venerdì forse per allegare i numeri del bilancio 2017, chiuso con un passivo di circa 120 milioni - per il summit in chiave concordato. Alla riunione dovevano partecipare i vertici del Campidoglio, dell’azienda e i consulenti, tutti a lavoro sulle controdeduzioni ai durissimi rilievi del tribunale.
Il problema dei bus che vanno a fuoco, però, è di lungo corso. Gli ultimi, quelli di ieri, si verificano mentre il responsabile della Sicurezza della municipalizzata - Pier- luigi Pelargonio - non si trova in città, ma è all’estero a scaricare lo slot delle ferie residue prima di dimettersi dal suo incarico per accettare un’altra offerta di lavoro. L’ufficio «Security» è ovviamente in funzione, ma l’assenza del responsabile - di fatto un ruolo vacante mentre è in corso il riassetto dei dirigenti deciso dall’Atac - avviane comunque nel giorno in cui si sfiora la tragedia nel cuore della Capitale.
L’altro elemento che fa discutere e lascia qualche dubbio compie il giro dei social network prendendo spunto dalle foto del bus in fiamme: alcuni utenti del trasporto pubblico hanno controllato la targa (CR924XY) del mezzo carbonizzato sul «Portale dell’Automobilista» - sito collegato al ministero dei Trasporti. Da questa verifica è emerso che il bus ha affrontato a novembre una «strana» doppia revisione: la prima, il 3 novembre 2017, segna la scritta «ripetere» accanto al chilometraggio (623.949 km); la seconda, 11 novembre 2017, è definita «regolare», anche se i chilometri dichiarati sono 623.000, cioè meno della settimana precedente.
Verifiche
Il mezzo distrutto dalle fiamme aveva percorso in tutto 623 mila km