I laziali temono un «biscotto» in Inter-Sassuolo
La Lazio è spaventata. Ha paura di perdere all’ultima curva un tesoro che ritiene di essersi strameritata: la quarta posizione, la Champions League. Teme che la spinta dell’Inter possa esserle fatale, anche in considerazione degli infortuni (tanti e importanti) che condizionano il gruppo di Inzaghi. Non è un caso che in questa bagarre, che porterà allo scontro decisivo con Spalletti, intervenga Lotito. Il presidente ha imparato a stare in silenzio, non imperversa più su ogni mezzo di comunicazione come qualche anno fa. Si espone quando ha un obiettivo e c’è un motivo.
«Abbiamo costruito una squadra per lottare alla pari con tutti. Non voglio fare polemiche, ma chi ha visto il campionato sa che avremmo meritato un posto diverso in classifica». Riaffiorano i torti arbitrali, benché non vengano citati in modo esplicito. Il mondo biancoceleste è convinto che, senza gli errori che l’hanno penalizzata, la Lazio sarebbe serena al terzo posto.
«Vivo queste due partite con trepidazione ma anche con rammarico perché dovremmo essere in un’altra posizione anziché soffrire fino alla fine. Questo, però, fa parte del Dna di questo club. Spero che alla fine raccoglieremo quel che abbiamo seminato».
È un sentimento che accomuna tutto il popolo laziale. Non ci sono solo i rimpianti per i torti arbitrali, ma anche i timori per quanto potrà accadere nelle due giornate finali. A cominciare da Inter-Sassuolo e dall’ipotetica arrendevolezza degli emiliani, salvi e teoricamente disinteressati al risultato. I tifosi biancocelesti hanno lanciato hashtag espliciti nei quali si parla di «biscotto», c’è chi teme addirittura che i nerazzurri possano prevalere con sei gol di scarto, risultato che renderebbe indispensabile per la Lazio vincere a Crotone per conservare il quarto posto e, dunque, la possibilità di giocare lo scontro diretto per il pareggio. Follie? Fobie? Sarà, ma qualcuno ricorda che l’Inter di reti al Sassuolo ne ha già fatte sette. E non una volta, ma due.
Chi ha visto il campionato sa che avremmo meritato un posto diverso in classifica. Ma soffrire è nel nostro Dna