«Si è accesa la spia e ha preso fuoco»
Interrogato il conducente del «63»: «Da un po’ i passeggeri dicevano di sentire odore di nafta»
È stata un’avaria al motore e probabilmente una perdita di carburante a provocare l’incendio che martedì mattina ha distrutto un autobus dell’Atac della linea «63» in via del Tritone, seminando panico e danni. A confermarlo è l’autista, Pietro Onori, interrogato dalla polizia: «Si è accesa la spia e il bus ha preso fuoco», ha detto.
«Si è trattato di un’avaria del motore, la spia che si è accesa sul tachimetro era proprio quella». Nessun corto circuito, nessun problema tecnico in altre parti dell’autobus. A provocare il rogo di martedì mattina in via del Tritone che ha distrutto un mezzo della linea «63» pieno di passeggeri, che sono stati fatti scendere di corsa dall’autista, è stato un guasto improvviso sotto il portellone posteriore. Come in quasi tutti i 58 incendi accidentali divampati su mezzi Atac negli ultimi due anni e mezzo.
A rivelare quello che è successo alle 10.25 di martedì a bordo dell’autobus è stato proprio il conducente, Pietro Onori, 35 anni, di Tagliacozzo, tifoso dell’Inter e appassionato di trattori, che gli investigatori del commissariato TreviCampo Marzio hanno ascoltato a lungo già pochi istanti dopo il rogo. «Si è trattato di un’avaria motore - ha spiegato il dipendente Atac -, l’autobus era pieno e qualcuno ha detto che già si sentiva puzza di gasolio, in pratica il bus perdeva carburante, come ha segnalato proprio la spia sul cruscotto: il mezzo ha un sistema di spegnimento automatico del motore in casi come questi (ce l’hanno anche molte auto) e nello stesso momento si illumina una spia». Onori ha anche ricostruito davanti agli investigatori diretti da Mauro Fabozzi le fasi successive al fermo del veicolo: «Sono subito sceso per andare a vedere cosa stava accadendo - ha detto ancora il conducente del «63» -, ho visto il fumo che usciva da dietro, poi le scintille prodotte dal motore e il fuoco». Secondo chi indaga il comportamento dell’autista è stato esemplare: ha subito fatto scendere tutti i passeggeri, poi con un estintore ha tentato di spegnere le fiamme che però erano già troppo violente.
La polizia ha inviato una relazione in procura, anche sui danneggiamenti ai negozi e al palazzo soprastante. Presto sarà ascoltata la negoziante, Giorgia Sonnino, rimasta ustionata al volto, alle braccia e a una gamba. Si indaga per danni a cose e persone.
Ma non sono esclusi accertamenti, sempre su delega di piazzale Clodio, su altri aspetti, come il giallo della doppia revisione (che sembra comunque rientrato) e della manutenzione del veicolo. Un’altra indagine «per capire quello che è accaduto», come ha annunciato la sindaca Virginia Raggi, è stata aperta dal Co-
Il guasto «È stata un’avaria motore: in questi casi il mezzo si spegne automaticamente»
Le indagini La procura indaga sulla manutenzione, ma anche sui danni ai negozi e al palazzo
mune. «Abbiamo trovato un parco mezzi con un’età media fra gli 11 e i 13 anni, ne abbiamo messi in strada oltre 200 e impegnato 167 milioni per comprare 600 nuovi bus che arriveranno entro tre anni», ha aggiunto la prima cittadina.
Per Michele Frullo, sindacalista Usb Atac, «se da un lato le vetture sono vecchie e hanno bisogno di continue riparazioni, dall’altro nelle officine dell’azienda gli operai sono contati, soprattutto dopo il licenziamento a marzo di 140 lavoratori del Corpa addetti ai soccorsi stradali. In pratica adesso - rivela Frullo - anche se si rompe solo una lampadina il bus deve tornare al deposito. Si parla di privatizzazione, di 500 mezzi che il Mef, se non passa il concordato, potrebbe mettere in strada nella gestione dell’Atac in attesa di un futuro acquirente. Perché non intervenire subito allora? E poi in Italia nessuna privatizzazione ha funzionato».