GRANDE BELLEZZA DI TUTTI
Quando la porta dell’Orchestra dell’Accademia Santa Cecilia si aprirà, allora si vedrà cosa c’è dietro: l’avvenire. Cominciare la prossima stagione (presentata ieri), da West Side Story, significa che alle Sinfonie si affiancano i musical, dunque che la musica è di tutti, e tutti possono varcare quella porta. Il presidente Michele Dall’Ongaro è convinto che bisogna ri-cominciare da capo, ora che tanti maestri, Abbado, Prêtre, Maazel, se ne sono andati. Un ciclo si apre, nuove generazioni si affacciano, ed ecco Petrenko (il nuovo direttore dei Berliner che a Roma manca dal 2013 è il colpo della stagione) e Dudamel. Troppe teste bianche e pochi giovani (appena il 15%) tra il pubblico, è vero. I minori di 18 anni entrano gratuitamente, se accompagnati da un adulto (che ha uno sconto). Basterà? No, ma è un primo seme. Santa Cecilia è un gigante da 430 eventi l’anno, tra concerti e incontri, e coinvolge 350 mila persone. I bilanci sono in pareggio da 14 anni. Per la prima volta ieri erano presenti la sindaca Raggi e il governatore Zingaretti. Se il concetto di autorità in politica vacilla, quello di autorevolezza si afferma con maggiore importanza; l’autorevolezza non la erediti e non la compri: la conquisti. Abituati a una Roma abbandonata e sporca, Santa Cecilia è una comunità non solo musicale, è un fiore all’occhiello di tutti noi romani, è la vera Grande Bellezza, e nel suo alfabeto trovi parole come accordo e armonia. La musica è un patrimonio meraviglioso a disposizione di tutti, un libro che aspetta solo di essere aperto e conosciuto. Insieme.