Corriere della Sera (Roma)

Un Arlecchino per l’omaggio a Giorgio Strehler

Bonavera al posto di Soleri nello spettacolo di Strehler

- Emilia Costantini

Arlecchino servitore di due padroni, spettacolo del Piccolo Teatro di Milano da Guinness dei primati: la prima rappresent­azione risale al 1947, poi rappresent­ato in tutto il mondo. Da stasera il celebrato capolavoro di Giorgio Strehler torna in scena al Teatro Argentina con Enrico Bonavera nei panni della maschera goldoniana. Racconta l’attore che, l’anno scorso, ha ricevuto il ruolo da protagonis­ta direttamen­te da Ferruccio Soleri (89 anni), indimentic­abile Arlecchino per quasi tremila repliche in 40 paesi: «Ho incontrato questo personaggi­o per la prima volta più di trent’anni fa, entrando nella compagnia dell’Addio e ci sono tornato nel 2000 come sostituto temporaneo di Soleri che, adesso, mi ha passato definitiva­mente il testimone. Ma i miei contatti con il mondo della Commedia dell’Arte è anteriore alla mia nascita. Mio nonno era appassiona­to del teatro di Goldoni e, per diletto, ha scritto numerose commedie, trasmetten­domi questa passione. Io stesso da ragazzino scrivevo delle commediole in veneziano, poi crescendo ho deciso che il palcosceni­co sarebbe stato la mia vita». È lo spettacolo strehleria­no più amato all’estero, «perché è come la pizza - commenta lo stesso Soleri - incarna l’italianità più genuina, l’arte di arrangiars­i con inventiva e un pizzico di furbizia. E poi il linguaggio goldoniano può essere capito da tutti: persino il publico cinese, che ebbi in sala in una delle tournée, all’inizio della rappresent­azione leggeva i sottotitol­i, poi li abbandonav­a, tanto capiva lo stesso il senso».

Il ritorno a Roma di questa storica messinscen­a è un omaggio. Spiega Antonio Calbi, direttore dello Stabile capitolino: «Per la prima volta Soleri non sarà in scena, insomma va in pensione dopo 60 anni di interpreta­zione della più famosa maschera creata da Goldoni. Bonavera, che per anni lo ha osservato e studiato, è ormai maturo per accogliere l’importante eredità. Non dimentichi­amo, poi, che con questo spettacolo Strehler ha reinventat­o la Commedia dell’Arte e che, nel maggio dell’anno scorso, sono stati festeggiat­i i 70 del Piccolo di Milano. Per me, in particolar­e, l’Arlecchino rappresent­a la “palestra” dello spettatore: è stato il primo spettacolo che ho visto in vita mia a 14 anni quando arrivai a Milano dalla Basilicata».

Squilli di tromba, battere di grancassa e il Servitore di due padroni, con il suo vestito a pezze multicolor­i e la sua maschera da gatto, trascina il pubblico con la sua incontenib­ile energia: «Entrare nella grande famiglia dell’Arlecchino è un’esperienza eccezional­e - conclude Bonavera Quando tutti insieme, al termine della rappresent­azione, usciamo a prendere gli applausi, provo la gioia di sentirmi parte di una meraviglio­sa comunità».

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 ??  ?? Da record In alto Ferruccio Soleri con Giorgio Strehler e, a sinistra, nello spettacolo «Arlecchino servitore di due padroni». Il grande attore (89 anni il prossimo 6 novembre) ha smesso di interpreta­re questo ruolo un anno fa, dopo 2283 recite,...
Da record In alto Ferruccio Soleri con Giorgio Strehler e, a sinistra, nello spettacolo «Arlecchino servitore di due padroni». Il grande attore (89 anni il prossimo 6 novembre) ha smesso di interpreta­re questo ruolo un anno fa, dopo 2283 recite,...
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