Corriere della Sera (Roma)

Elisabetta Catalano In mostra i volti dell’arte

Musia, in mostra «Quattro sguardi su Roma»

- Edoardo Sassi

Il progetto espositivo si intitola Quattro sguardi su Roma. E a comporlo saranno altrettant­e mostre di taglio antologico. Protagonis­ti, quattro artisti dello scatto, quattro fotografi in un ideale confronto. Così diversi l’uno dall’altro, eppure così legati da un massimo comune denominato­re: Roma, la Città Eterna raccontata non tanto nei luoghi, quanto attraverso i protagonis­ti del milieu artistico-culturale tra gli anni 40 e 80 del Novecento.

L’intero ciclo — a cura di Barbara Drudi e Giulia Tulino — è ospitato da Musia, spazio per l’arte contempora­nea ideato da Ovidio Jacorossi dove è esposta, a rotazione e con ingresso gratuito, la sua importante collezione d’arte del XX secolo. La prima tappa di Quattro sguardi, inaugurata ieri, proseguirà per due settimane, periodo espositivo riservato a ciascuno dei fotografi coinvolti. Protagonis­ta, Elisabetta Catalano (1944-2015), colei che con i suoi foto-ritratti ha contribuit­o, non poco, a disegnare l’alfabeto visivo di una stagione aurea: quella del mondo intellettu­ale degli anni 60-70 tra arte, cinema, letteratur­a, moda. Poi, fino al 31 luglio, nella Galleria 9 si alterneran­no le foto di Milton Gendel, Massimo Piersanti e Pasquale De Antonis.

Ritratti, in studio o in esterni, posati: questa la cifra stilistica prevalente nello stile Catalano, che iniziando da autodidatt­a arrivò a collaborar­e con importanti testate quali «Il Mondo», «L’Espresso», «Vogue». L’esordio come fotografa, è storia nota, avvenne sul set di 8½ di Federico Fellini. Lì, durante le pause dalle riprese Elisabetta — attrice mancata e con un ruolo secondario nella pellicola — si mise a scattare foto con una vecchia macchina. Ed è proprio un ritratto di Fellini, del 1973, uno di quelli selezionat­i per l’esposizion­e. Un ritratto divenuto iconico come spesso accade con le foto di Catalano, a pro-

posito della quale Alberto Arbasino, suo amico, anch’egli raffigurat­o in un’immagine, ebbe a dire: «È un genio della ritrattist­ica, camuffato da bella donna». E nel pantheon in bianco e nero selezionat­o per l’occasione sfilano anche i volti di Pasolini e Moravia, di Monica Vitti e Stefania Sandrelli, di Ursula Andress, Marina Ripa di Meana, Paola Pitagora.

Non mancano gli artisti, da Cesare Tacchi a Gino De Dominicis, da Boetti ad Angeli. Né i volti di personaggi simbolo di un’epoca: Marisa Berenson ed Helmut Berger, in pelliccia sotto la neve a Villa Borghese, Veruschka o Talitha Getty, ritratta nello studio di Giosetta Fioroni.

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 ??  ?? Icona Elisabetta Catalano, la modella Veruschka (© Archivio Elisabetta Catalano)
Icona Elisabetta Catalano, la modella Veruschka (© Archivio Elisabetta Catalano)

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