Corsa Champions La sfida di Lotito all’impero Suning
Lazio-Inter è la sfida di due mondi opposti. E per ora vince quello «fatto in casa»
Suning, la multinazionale di Zhang Jindong, l’ottantesimo uomo più ricco del mondo, ha più di millecinquecento negozi sparsi in oltre settecento città, in Oriente; Claudio Lotito ha due imprese di pulizie, una di vigilantes e una di catering, a Roma. Zhang è un uomo forte del partito comunista cinese, di cui sta diventando uno dei leader; Lotito si è candidato alle ultime elezioni politiche con Forza Italia, senza essere eletto.
Zhang non parla e non si fa vedere attorno al calcio, al massimo manda in avanscoperta il figlio Steven; Lotito è protagonista assoluto di questo mondo, nel quale si è affermato anche attraverso l’esposizione pubblica che ora in parte rifugge. Sono il diavolo e l’acqua santa, insomma. Già, ma chi è l’acqua santa?
Guardando i numeri dei due gruppi, Suning e Lotito, e mettendoli a paragone con la classifica della serie A, viene da chiedersi cosa ci sia di sbagliato. Perché il confronto dovrebbe essere impari, almeno per possibilità di investimento, e invece il campionato dà un esito opposto: la Lazio di Lotito è davanti all’Inter di Zhang e domenica sera proverà a conservare il quarto posto, togliendo la Champions agli avversari. Il distacco è di due punti, non molti e non decisivi, almeno per ora, ma tantissimi se si mette nel conto quanto successo nel resto della stagione.
I biancocelesti hanno vinto la Supercoppa italiana, sono arrivati nei quarti di Europa League e in semifinale di Coppa Italia; i nerazzurri hanno pensato solo al campionato, visto che in Coppa sono finiti fuori già nei quarti e in Europa non c’erano proprio. E tutto questo senza considerare gli errori arbitrali acclarati che – in base a calcoli piuttosto semplici – avrebbero potuto garantire alla Lazio già adesso i punti necessari ad avere il quarto posto garantito.Il presidente all’amatriciana è dunque davanti all’imprenditore proprietario di multinazionali e politico potentissimo. Non solo in classifica, ma anche nei conti economici: la Lazio ha un bilancio invidiabile, l’Inter lotta da anni con i paletti imposti dal fair play finanziario dell’Uefa e non ha risolto i propri problemi nemmeno con l’avven- to del ricco uomo d’affari arrivato dall’Oriente. Questione di programmazione e di acquisti azzeccati, perché là dove l’entourage di Lotito ha messo a segno colpi di mercato straordinari (da Milinkovic-Savic a Immobile, passando per De Vrij, Luis Alberto e Leiva), i dirigenti di Suning hanno sbagliato più di una scelta (Dalbert e Borja Valero, ad esempio).
Lotito («Ora i nostri tifosi mi amano, i dirimpettai sono partecipativi e chiassoni ma alla fine non vincono nulla», ha detto ieri) e Zhang si sfideranno in un Olimpico strapieno, in palio ci sono almeno 35 milioni regalati dalla Champions. E, sullo sfondo, la tensione creata dal caso De Vrij. Chi è l’acqua santa?
Il patron laziale
«Ora i tifosi mi amano, i dirimpettai chiassosi e partecipativi ma non vincono nulla»