Gail Lord: «La conoscenza, un ponte fra le nazioni»
L’intervento dell’esperta di strategie culturali nella conferenza «Città, Musei e Soft power»
Gail Dexter Lord, ovvero la signora dei musei. La donna che sa immaginare il futuro degli spazi culturali e ridefinirne il ruolo all’interno dei luoghi, delle società e dello scacchiere geopolitico internazionale. Alla sua visione e abilità pianificatrice, tra marketing e sociologia dell’arte, si sono affidati anche Tate Gallery di Londra, Guggenheim di Bilbao e Brooklyn Museum of Art. Ed è lei l’ospite più atteso alla conferenza Città, Musei e Soft power, oggi al Maxxi (18.30).
Un incontro promosso dal Program in Cultural Diplomacy dell’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica, realizzato in collaborazione con il museo romano, che prende le mosse proprio dall’ultimo libro della museum planner canadese: Cities, Museums and Soft Power, dedicato alle prospettive delle metropoli nella creazione di capitali della cultura capaci di condizionare le relazioni internazionali facendo leva sulla forza delle idee e della conoscenza. Questo è il soft power, un potere gentile che genera economia e progresso, di cui i musei sono preziosi strumenti. «Gran parte della popolazione del mondo vive nelle città – spiega Lord – che sono dunque protagoniste nel cambiamento degli equilibri globali. Penso ad esempio alla questione dei migranti e a come i musei possono rappresentare dei ponti culturali per favorire l’incontro tra nazionalità e la conoscenza reciproca. D’altronde questo è già nel loro dna: ogni giorno richiamano e fanno convivere persone diverse nello stesso posto contemporaneamente. Bisogna sfruttare questo potere per promuovere lo sviluppo».
Ad aprire il seminario gli interventi della presidente del Maxxi Giovanna Melandri e di Federica Olivares, direttrice del Program in Cultural Diplomacy di Almed. «Si tratta di un master unico in Europa, che ha saputo attivare collaborazioni con diverse istituzioni estere – dice Lord – in linea con i principi del soft power. Connettere è infatti la parola chiave. Anche in Italia, dove avete alcune tra le più straordinarie collezioni d’arte ma scarseggiano i finanziamenti pubblici. La sfida, allora, è farle dialogare con i musei stranieri attraverso prestiti e iniziative congiunte».
Presente e futuro Oggi gran parte della popolazione vive nelle città, al centro del cambiamento degli equilibri globali