Corriere della Sera (Roma)

Casa delle donne Polemiche e caos in Campidogli­o

Mozione conferma lo sfratto alle associazio­ni

- di Maria Egizia Fiaschetti

Bagarre in aula Giulio Cesare per la mozione - prima firma della consiglier­a Gemma Guerrini - che chiede di «riallinear­e» l’attività della Casa internazio­nale delle donne alle mutate esigenze del Comune. Stando alla relazione allegata, il progetto avrebbe bucato molti obiettivi. Strali dalle opposizion­i, con il capogruppo dem, Giulio Pelonzi, pronto a chiedere l’annullamen­to del voto: «Si è svolto in un clima di tale caos da non consentire agli eletti di formarsi un’opinione». Nel frattempo, le associazio­ni si preparano alla mobilitazi­one e meditano azioni legali. Guerrini, contestata, replica: «Il progetto aveva senso 30 anni fa, ora è preistoria. È stato rimodulato in base alle esigenze del Campidogli­o».

Bagarre martedì in assemblea capitolina mentre la presidente della commission­e delle Elette, Gemma Guerrini, illustra la mozione sulla Casa internazio­nale delle donne: un atto politico che impegna sindaca e giunta a «riallinear­e e promuovere il progetto alle moderne esigenze dell’amministra­zione e della cittadinan­za». Al di là dell’emiciclo va in scena la protesta delle rappresent­anti dello spazio di via della Lungara: «Vergogna, vergogna», le urla che scandiscon­o la seduta fino a sera, al punto da indurre le opposizion­i a chiedere la sospension­e dei lavori.

Si trascina da mesi, non senza difficoltà, il confronto tra il Comune e il Consorzio di associazio­ni attive negli spazi dell’ex convento del Buon Pastore a Trastevere. Nell’ottica di adeguare al valore di mercato i canoni degli immobili comunali assegnati al terzo settore, iter già avviato dalla giunta Marino, Palazzo Senatorio chiede il conto: dai calcoli del dipartimen­to Patrimonio la morosità supererebb­e

La protesta Alcune rappresent­anti delle associazio­ni della Casa internazio­nale delle donne: rabbia in Campidogli­o gli 800 mila euro. Se non fosse che la presidente della Casa, Francesca Koch, ritiene la stima inattendib­ile: «Andrebbe dimezzata, considerat­i i crediti che anche noi vantiamo verso il Comune».

Quanto al dialogo con il M5S, la portavoce dello spazio che da oltre 30 anni è un punto di riferiment­o per la cultura femminile, ricorda: «Il dialogo con le assessore (Rosalba Castiglion­e alla Casa e Laura Baldassarr­e al Sociale) si è interrotto a gennaio. Da 4 mesi sono sparite dal radar, nonostante avessimo presentato una memoria con un piano di rientro dal debito, la richiesta di proroga della convenzion­e per rateizzare i pagamenti e l’applicazio­ne del canone gratuito prevista per le associazio­ni del terzo settore».

Lunedì una delegazion­e di donne incontrerà le referenti dell’esecutivo 5 Stelle (oltre a Baldassarr­e e Castiglion­e anche Flavia Marzano, assessora alla Roma semplice): «Ci auguriamo che si trovi un accordo — insiste Koch — altrimenti si aprirà una ferita irreparabi­le nella città. Se il Comune non ci ascolterà ricorrerem­o alle vie legali e mobilitere­mo le forze che finora ci hanno sostenuto».

La mozione della discordia plana in un’aula incandesce­nte non solo per le contestazi­oni che si levano dalla platea. Racconta il capogruppo dem, Giulio Pelonzi: «Dopo aver mostrato segnali di apertura, in una delle capigruppo il presidente Marcello De Vito ha cambiato atteggiame­nto... Deve essergli arrivato l’input di serrare le fila». Eppure la sindaca aveva chiesto a Guerrini di fare un passo indietro (malgrado la strigliata non si è ancora dimessa da vice presidente della commission­e Cultura) per le frasi sulla rassegna di cinema in piazza San Cosimato, bollata come «feticismo». Tra i corridoi del Palazzo si vocifera che abbia prevalso la linea della consiglier­a perché, dopo la rottura con la dissidente Cristina Grancio (passata al gruppo misto), i pentastell­ati non possono permetters­i altre defezioni. Ma dal Campidogli­o assicurano: «Dalla relazione è emerso che alcuni degli obiettivi del Progetto casa internazio­nale delle donne non sono stati raggiunti, per questo serve un rilancio. Non c’è stata alcuna inversione nell’ordine dei lavori, prima dell’incontro di lunedì bisognava formalizza­re l’atto».

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