Corriere della Sera (Roma)

ROTTURA D’UN PATTO

- di Lavinia Di Gianvito

Dopo oltre 30 anni la Casa internazio­nale delle donne rischia davvero di sparire dal panorama cittadino. Con la mozione approvata in Aula giovedì sera il Campidogli­o punta a riprenders­i la sede storica di via della Lungara. Il Comune vanta 833.512,30 euro di affitti arretrati: per questo a novembre 2017 ha ordinato di pagare entro 30 giorni (!), pena lo sfratto. I soldi, com’era ovvio, non sono arrivati e nel frattempo nessuno vero spazio di trattativa si è aperto: anzi, la giunta guidata da Virginia Raggi la prima sindaca donna eletta a Roma - sembra tirare dritto per la sua strada senza ripensamen­ti. È la rottura di un patto che aveva retto con tutti i precedenti inquilini di Palazzo Senatorio, democristi­ani e socialisti, Ignazio Marino compreso: in cambio dei servizi sociali e culturali resi dalla Casa alla città, il Comune chiudeva un occhio. Ora non è più così: il denaro ha la precedenza. Certo, il patrimonio capitolino fino a poco tempo fa è stato buttato via tra disordine amministra­tivo, morosità diffusa e appartamen­ti affittati a prezzi irrisori.

Mettere ordine, fare pulizia, è giusto e doveroso. Ma un conto sono le abitazioni affittate a clientele di vario genere, un altro se alcuni immobili sono nelle mani di associazio­ni la cui utilità socio-culturale è da tempo nota e provata. Ed è curioso che, mentre il leader del M5S Luigi Di Maio se la prende con i troppo rigidi vincoli di bilancio imposti da Bruxelles, la pentastell­ata Raggi consideri prioritari proprio i conti. Apprension­e comprensib­ile, ma forse in certi casi - eccezional­i - si potrebbe ragionare in maniera più elastica. Si potrebbe tener conto, per esempio, del fatto che le spese di manutenzio­ne sono a carico della Casa. Ma il Campidogli­o sembra irremovibi­le e i precedenti non sono rassicuran­ti: via i ragazzi del cinema America, via gli attivisti dell’Angelo Mai (salvati, per ora, dall’intervento in extremis del vicesindac­o Luca Bergamo) e ora via la anche la Casa internazio­nale delle donne. Una scelta preoccupan­te su cui la giunta, tanto più che è guidata da una donna, dovrebbe riflettere con assoluta serietà.

Si tratta di polemiche strumental­i che francament­e trovo sgradevoli

Nel disegno originario si voleva dimostrare l’autonomia economicaf­inanziaria delle donne

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy