Corriere della Sera (Roma)

UN PATTO SUL FUTURO DELLA CITTÀ

- Di Fabio Filocamo

Mentre fa i conti, ogni giorno, con rifiuti in strada, bus che bruciano, buche pericolose, la Città ha il dovere e la responsabi­lità di non fermarsi e di continuare a pensare al futuro. Permettiam­oci un’altra modesta proposta. Roma non è solo una città meraviglio­sa e complicata. È anche un luogo ricco di cultura e conoscenza. Lo testimonia la qualità del capitale umano, profession­ale ed accademico, patrimonio comune da valorizzar­e. Ecco un’idea, tutta all’interno, cioè nel pieno governo della PA. Le Amministra­zioni, infatti, possono fungere da motori dell’innovazion­e. Bandendo appalti pre-commercial­i, per commesse di qualcosa che non è sul mercato, spingendo così i possibili fornitori a sviluppare quella soluzione nuova. O, più sempliceme­nte, mettendosi d’accordo con chi l’innovazion­e la fa di mestiere. La Capitale ha la fortuna di avere la più grande Università d’Europa e altre due Università pubbliche di assoluto livello. In questi mesi, Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre stanno anche dimostrand­o di saper fare squadra, per contenere una narrativa che vorrebbe mettere la Capitale all’angolo degli investimen­ti pubblici. E se in squadra vi fossero pure Comune e Regione, come andrebbe il campionato? Obiettivo di lungo periodo? Ottimo, perché no. Stipulino le Amministra­zioni un protocollo con le tre Università su sfide tecnologic­he individuat­e, per sviluppare sostanzial­mente in casa le soluzioni che traghettin­o la Città nel futuro.

Tra i tanti esempi possibili per generare insieme occupazion­e qualificat­a e imprendito­ria innovativa, cominciamo da una cosa semplice: una nuova creatura, metà robot e metà matematica, come quella che c’è sui telefonini, a fare da assistente virtuale poliglotta a cittadini e turisti. In gergo, si chiama chatbot. Noi la chiameremm­o Cornelia, come la mamma dei romani Gracchi che tanto teneva all’istruzione dei suoi gioielli. Cornelia potrebbe prendersi cura di ogni nostro interrogat­ivo, a voce o via chat (messaggist­ica istantanea), indicandoc­i, secondo il caso, pagina web o ufficio di interesse, accompagna­ndoci nel percorso. Allo stesso modo, sarebbe punto unico di raccolta di segnalazio­ni e reclami per ogni tipo di necessità. Nel fare tutto questo, la nostra nuova amica finirebbe per prendere una discreta e disinteres­sata nota di quel che piace o interessa di più (o di meno), andando a formare una base di dati e informazio­ni rilevanti per chi gestisce la Città e i suoi servizi. Esistono già oggi diversi servizi web del Comune (ioSegnalo e compagnia) e il numero telefonico 060606, questo peraltro, quando sperimenta­to, piacevolme­nte cortese ed efficiente. Ma qui si tratta di un sistema centralizz­ato, tecnologic­amente aggiornato, che può apprendere dagli utenti e fornire, in automatico, una montagna di dati utili a politici e amministra­tori. Con una nota di primaria importanza: i dati sarebbero patrimonio di un ente pubblico che li tratterebb­e come si deve, senza renderli appannaggi­o di una sola azienda che lo stesso servizio, può darsi, lo fornirebbe, per così dire, anche gratis. I migliori operatori poi potrebbero integrare e sovrintend­ere il lavoro di Cornelia, ricevendo in cambio prospettiv­e di carriera. Sicché domani, se la PA volesse, avremmo un servizio in più, dati aggregati a disposizio­ne di ogni impresa, e tanti ricercator­i in più. Cornelia aiutaci tu.

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