Corriere della Sera (Roma)

«Geométrico Trip South»

Nella Sala Dalí dell’Instituto Cervantes una esposizion­e che raccoglie 75 opere di artisti andalusi: Baez, Clemente, Pereñíguez e Romero

- R. C.

Elemento a se stante, fondamenta­le, in tutta la cultura pittorica del Novecento. Oltre che, va da sé, elemento compositiv­o nella figurazion­e universale fin dalla notte dei tempi. E la geometria — di marca spagnola, anzi per la precisione: andalusa — è la protagonis­ta della mostra collettiva di arte contempora­nea allestita fino al 16 giugno nella Sala Dalí dell’Instituto Cervantes di Roma (piazza Navona 91).

Titolo: Geometrico Trip South. Un’esposizion­e con 75 opere di quattro artisti — José María Baez, Fernando Clemente, José Miguel Pereñíguez, Fernando M. Romero — attivi fra Siviglia, Cordova e Jerez de la Frontera, le città cui fanno riferiment­o titolo e sottotitol­o dell’esposizion­e. Premessa concettual­e ed elemento «collante» per questa collettiva, la centralità della geometria: «Che nasce dall’osservazio­ne della natura — argomentan­o i promotori dell’iniziativa — e si è resa sempre più presente nella vita quotidiana della società a partire dal XX secolo. L’assetto territoria­le e la progettazi­one delle nostre case e delle nostre città, l’arredo urbano, gli oggetti domestici e di uso quotidiano che ci circondano si nutrono dei principi e delle combinazio­ni geometrich­e, influenzan­do l’arte».

Quella di piazza Navona è la prima tappa italiana della mostra dopo il debutto al Rafael Botí Art Center di Córdoba. Anche qui le opere esposte non sono raggruppat­e per autore Foto grande: un particolar­e di un’opera del 2015 di Fernando Clemente. A sinistra, dettaglio di un lavoro (olio e oggetti metallici) di José M. Baez (tutti nati nella seconda metà degli anni 70 ad eccezione di Baez, classe 1949), bensì disposte in modo che siano in sintonia tra loro e con gli ambienti che le ospitano. Messaggio che pare prevalere dall’insieme: sia pur lungi dalle intenzioni utopiche e programmat­iche del passato (in catalogo una conversazi­one tra gli artisti si inaugura con un riferiment­o al pensiero-opera di Gillo Dorfles) , oggi la geometria si configurer­ebbe come uno strumento audace, in grado di descrivere un mondo complesso e un linguaggio che non ha il timore «di inciampare nel racconto “corrotto” del nostro tempo».

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