Al consulente Giampaolino altri 81 mila euro
Il 3 maggio il direttore generale ha firmato un atto che riconosce altri 81 mila euro all’avvocato Carlo Felice Giampaolino: in queste settimane il consulente, oltre che della procedura fallimentare, si è occupato anche di nuovi dossier. Il mese scorso un altro extra deliberato dalla società riguardava l’advisor economico Ernst & Young: 206 mila euro «per gli adempimenti connessi al concordato».
Aleggia una sensazione di scoramento misto a preoccupazione in Atac, quando mancano otto giorni all’udienza per il concordato. Dopo i rilievi dei magistrati, che a marzo hanno chiesto alla municipalizzata di integrare il piano ritenendolo «inidoneo», si spera che la nuova stesura superi l’esame. Al netto del corposo fascicolo al quale lavorano gli advisor, in via Prenestina si confida nel fattore tempo: almeno un paio di mesi, prima che si arrivi a un giudizio, dopo che il tribunale avrà messo mano alle carte e valutato se le lacune siano state colmate. Resta, però, il nodo della polizza fideiussoria, requisito indispensabile per l’iscrizione al Ren (Registro nazionale elettronico) delle imprese di trasporto pubblico. Due mesi fa, la strigliata dell’ufficio Motorizzazione civile del ministero dei Trasporti che sollecitava Atac a chiudere la pratica da 10 milioni entro 60 giorni: stesso termine, il 30 maggio, fissato dal tribunale per acquisire le integrazioni richieste. Se non fosse che, da quando è scattato l’alert, la strada per trovare una compagnia disposta a garantire la copertura assicurativa si è rivelata tortuosa: non solo per la situazione debitoria, che l’amministrazione M5S ha deciso di affrontare optando per il concordato, ma anche a causa dei «flambus», gli autobus che prendono fuoco. «Dopo gli ultimi episodi anche le società straniere si sono tirate indura dietro — rivela un insider —. Nel rogo in via del Tritone è rimasta ferita una ragazza, il margine di rischio è troppo alto». Le ricerche, tuttavia, sarebbero ancora in corso, nella speranza di poter ratificare la polizza in tempi brevi. Motivo per cui Atac avrebbe chiesto altro tempo al Mit. Dal Comune non sembrano temere l’irreparabile, di certo se i mezzi smettessero di circolare sarebbe il caos: «Nessuna novità dal ministero, il che ci rassicura che sia tutto a posto. In caso contrario, l’avremmo saputo». Nel frattempo — nonostante la Corte dei Conti abbia aperto un’indagine sui costi delle consulenze per il concordato (12 milioni e 827 mila euro, dei quali circa 10 per i commissari giudiziali) — il 3 maggio il direttore generale ha firmato un atto che riconosce altri 81 mila euro all’avvocato Carlo Felice Giampaolino: in queste settimane il consulente, oltre che della proce- fallimentare, si è occupato anche di nuovi dossier, da cui l’ulteriore impegno economico per l’azienda. Il mese scorso, un altro extra deliberato dalla società riguardava l’advisor economico Ernst & Young: 206 mila euro «per gli adempimenti connessi al concordato», dopo i primi giudizi negativi espressi dal tribunale.
«Rischio alto»
Dopo i bus in fiamme difficile trovare una compagnia disposta a garantire la copertura