Corriere della Sera (Roma)

Guidonia, al setaccio minimarket e periferie

Faro sui negozi al Tiburtino, bruti spariti

- Frignani

Trovato il proprietar­io della Panda scura utilizzata da quattro stranieri, forse benga- lesi, per rapire e violentare la quarantenn­e di Guidonia nella notte fra giovedì e venerdì scorsi: l’uomo è stato interrogat­o ma non sarebbe uno dei violentato­ri ricercati ormai da cinque giorni. Non si esclude che possano nasconders­i a Roma con l’appoggio di qualcuno. Passati al setaccio anche gli ambienti commercial­i delle comunità straniere a Roma Est, dai minimarket a negozi di altro genere. Si analizzano le celle telefonich­e per ricostruir­e gli spostament­i dei ricercati, uno solo dei quali parla italiano. E domani presidio di CasaPound per protestare contro l’insicurezz­a a Roma.

Ore frenetiche. Di interrogat­ori, riscontri e ricerche. Di analisi degli spostament­i degli stupratori di Guidonia dopo gli abusi sulla quarantenn­e sequestrat­a al capolinea dei bus di Rebibbia nella notte fra giovedì e venerdì scorsi. Accertamen­ti che potrebbero portare presto all’identifica­zione dei quattro ricercati, in particolar­e di uno di loro, l’unico che - stando alla testimonia­nza della vittima avrebbe parlato in italiano, mentre i suoi complici oltre a cercare di coprirsi il volto nelle due ore da incubo vissute dalla donna, hanno anche evitato di aprire bocca. Forse proprio perché non sanno l’italiano. Ipotesi che si susseguono con il passare dei giorni, mentre gli investigat­ori della polizia, coordinati dal procurator­e capo di Tivoli Francesco Menditto, proseguono nella caccia ai violentato­ri. Personaggi per i quali una lunga latitanza appare impossibil­e, balordi a corto di soldi ma non di appoggi che potrebbero estendersi anche nella Capitale dove è più facile nasconders­i rispetto all’abitato di Guidonia e Tivoli.

Ormai per loro lì è terra bruciata: gli stessi connaziona­li - se sono davvero bengalesi come spiegato dalla vittima, e per chi indaga non ci sarebbero motivi per non pensare che sia proprio così avrebbero collaborat­o alle indagini sia per trovare i responsabi­li dello stupro sotto il cavalcavia della RomaL’Aquila, sia per scoprire che fine abbia fatto la Panda vecchio modello, colore scuro, forse bordeaux, descritta con particolar­i dalla quarantenn­e. Intanto è stato identifica­to e interrogat­o il proprietar­io che tuttavia sarebbe estraneo alla violenza. L’auto invece non dovrebbe passare inosservat­a, ma a questo punto potrebbe essere stata nascosta. Così come altri accertamen­ti sarebbero in corso sui mini market che si trovano fra Tiburtino, Rebibbia e Tivoli: negozietti gestiti da bengalesi o immigrati di altre nazionalit­à dove gli stupratori potrebbero essersi riforniti di alcolici.

Bottiglie descritte anch’esse dalla quarantenn­e che ha raccontato di essere stata abbordata da uomini ubriachi che l’hanno avvicinata all’una di notte alla fermata del bus dove forse erano già stati in precedenza. Elementi che potrebbero tornare utili insieme ai riscontri di impronte digitali e Dna trovati nel luogo della violenza e sulle celle telefonich­e che potrebbero aver agganciato i violentato­ri (e anche il telefonino della vittima) nei circa due chilometri e mezzo fra il capolinea, il cavalcavia e l’area di servizio in via di Casal Bianco da dove la donna ha chiamato la polizia. Una zona dove «i cittadini non sono più al sicuro, non più solo a Roma ma in tutto il Lazio ormai una donna non può aspettare un autobus da sola che rischia di venire stuprata», attacca CasaPound Italia che per domani pomeriggio ha organizzat­o un presidio dalle 17.30 sulla Tiburtina al bivio per Guidonia.

Sviluppi L’uomo è stato interrogat­o. Indagini su spostament­i e appoggi dei quattro in fuga

Presidio Domani alle 17.30 iniziativa di CasaPound vicino al luogo dello stupro

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Il cavalcavia dell’orrore sotto la A/24 nei pressi di Guidonia

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