Attrici e scrittrici in piazza per salvare il Buon Pastore
Da Maraini a Dandini, tanti no. Veltroni: luogo di coscienza civile
Dal Campidoglio al Parlamento, la politica si mobilita per difendere la Casa internazionale delle donne. Mentre in piazza risuonano i cori di protesta (al presidio partecipano anche le scrittrici Dacia Maraini e Lidia Ravera, oltre alle attrici Serena Dandini, Veronica Pivetti e Sonia Bergamasco) si susseguono gli appelli bipartisan: solidarietà trasversale, che ricorda il tam tam innescato nel mondo della cultura (un centinaio le firme raccolte tra registi e intellettuali) a sostegno della rassegna di cinema organizzata dall’associazione Piccolo America in piazza San Cosimato. Quando i leader di Lega e M5S sono al Quirinale per illustrare al presidente della Repubblica il contratto e la squadra di governo, le forze tagliate fuori dalle trattative convergono su un punto: tutelare la Casa. È la vice presidente della Camera, l’azzurra Mara Carfagna, a chiedere che «sia salvaguardata nella sua autenticità un’esperienza contro la quale è stata approvata una mozione in consiglio comunale». Input raccolto dalla leader di Forza Italia Giovani, Annagrazia Calabria: «La Casa è un significativo patrimonio della Capitale da difendere e preservare». Nel Pd mentre l’ex sindaco di Roma, Walter Veltroni, su Twitter rivendica l’importanza dello spazio nell’ex convento del Buon Pastore («Per decenni riferimento per la coscienza civile della città) , i dem capitolini strigliano Raggi: «Scenda dall’Aventino in cui si è rinchiusa — è l’affondo di Riccardo Corbucci, coordinatore della segreteria romana del partito — e si ricordi cosa significhi per i romani aver eletto il primo sindaco donna di Roma». In risposta alle accuse che piovono da più parti, 13 parlamentari Cinque stelle scrivono una lettera nella quale si rifiutano «di essere rappresentati come “fascisti senza cultura”». E sull’atto di indirizzo, votato giovedì in aula Giulio Cesare, contrattaccano denunciando «l’opacità nella gestione di un servizio affidato in base al principio di sussidiarietà».