Corriere della Sera (Roma)

Le dediche di Biagio

Antonacci in concerto domani e venerdì al Palalottom­atica fra arrangiame­nti in stile anni Ottanta e suoni dove a comandare è l’elettronic­a

- Laura Martellini

Biagio Antonacci a 360 gradi: il ripiegamen­to e lo slancio. Il debito verso il passato e l’apertura ai nuovi fermenti musicali. L’amore vissuto e l’attrazione per il nuovo melting pot sociale. Una parabola umana descritta in Dediche e manie, domani e venerdì al Palalottom­atica. L’empatia con il suo pubblico è sempre stata una delle armi di Antonacci, che torna con un ritratto fedele di sé, e del momento. Alle spalle del palco un megascherm­o rimanda le immagini del live. Non serve altro, per raccontare storie.

Come la voglia, a 54 anni, di essere una persona migliore: «Almeno per un giorno, ma con il pensiero che non sono gli altri a renderti così, lo devi fare per te, è una liberazion­e». E con Migliore si apre la scaletta del concerto, che vede Biagio impegnato in una carrellata con molti inserti parlati. Il contatto con i fan ha i colori di una chiacchier­a fra amici. Succede in Sappi amore mio, altro testo introspett­ivo: «Questo sono io, eppure inizio bene ma non so finire, rifaccio cose che dovevano servire, a non ricadere per non pagare più lo stesso errore...».

Una lunga onda pop, con incursioni nelle sonorità anni 80 e pezzi elettronic­i. E quelle ballate tanto amate dal pubblico: Antonacci stesso le chiama le «biagiate». Fra le nuove sfumature, alcuni brani cui hanno preso parte personaggi come Laïoung, rapper della nuova ondata trap, e il «cuntatore» Mario Incudine, che porta nel mondo la tradizione siciliana.

Ha rivelato Antonacci: «La trap l’ho scoperta con mio figlio minore Giovanni. Anni fa avevo collaborat­o con i Club Dogo grazie a Paolo, il maggiore. Laïoung ha papà italiano e mamma con origini della Sierra Leone ed è nato in Belgio. Parla un italiano nuovo e qui le sue rime sono in francese. Mi ha raccontato che anni fa andai in Belgio a fare promozione e suo padre, che mi intervistò per una radio, fece una foto mettendome­lo in braccio. Cerco di dare spazio ai giovani come fecero anni fa Ron, Stadio e Lucio Dalla».

Nella scaletta Mio fratello, il brano che ha segnato la reunion di Biagio con gli amici Beppe e Rosario Fiorello, per il video girato da Gabriele Muccino. Anche questa una piccola storia, in cui riconoscer­si: «Mio fratello Graziano — ha detto Antonacci, a proposito di Dediche — è la persona che mi permette di fare questo lavoro senza pensare ad altro che alla musica. Nei suoi occhi vedo amore e mai invidia. È fin troppo protettivo e vive troppo per me. Lo vorrei più libero». Non mancano momenti di un passato da scandire a memoria: canzoni come Convivendo, Sognami, Non vivo più senza te, Liberatemi (nel finale: era il ‘92 e lui aveva i capelli lunghi e la chitarra in spalla).

Per In mezzo al mondo si siederà al piano, per raccontare la vita, lasciando le finestre di casa aperte, lui padre di due ragazzi ventenni, e di una terza, figlia della sua compagna. A proposito dei quali ha sottolinea­to la necessità che in casa ci sia sempre ascolto: «Ai nostri ragazzi — ha detto — dobbiamo far capire quanto sono stati preziosi i partigiani: “Guardate, voi che vi scambiate messaggi sui social, cosa facevano quei giovani alla vostra età. E lo facevano per noi”». «Fra 200 anni la nostra razza avrà lineamenti e colori diversi, sarà meraviglio­sa» è il messaggio che lancia nella canzone L’appello dei popoli.

Il fratello Graziano mi permette di pensare solo alla musica. Nei suoi occhi vedo amore e mai invidia. È protettivo. Lo vorrei più libero

Migliore È il titolo della canzone che apre sia il live che l’ultimo album del cantautore nato a Rozzano 54 anni fa

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