Corriere della Sera (Roma)

TRASTEVERE SCEMPIO QUOTIDIANO

- Di Sandra Petrignani

Èdal dopoguerra, da quando diversi artisti americani scoprirono il quartiere che Trastevere ha cominciato a essere bohémien. Erano arrivati a Roma come soldati per liberare la città dai tedeschi, e non riuscirono più a guarire dal suo incanto. Scrittori, cineasti e artisti italiani si mescolavan­o a loro, e ai trasteveri­ni poveri e in qualche caso malavitosi. Gli anni Settanta ne segnarono l’apoteosi: Trastevere, come SaintGerma­in a Parigi, come il Greenwich Village a NewYork, divenne mito, una leggenda basata sulla diversità di artisti o ladri, gente oscura o celebre, una nuova umanità che si riconoscev­a nel suo essere anomala, antiborghe­se. La generazion­e del post ’68 veniva a cercarvi la buona musica, il teatro off e un contatto col «popolo» che, se si faceva troppo chiasso nei vicoli non risparmiav­a ai disturbato­ri una bella doccia d’acqua fredda (o di qualche altro liquido meno nobile) dalle finestre.

Oggi cosa resta di quella movida pittoresca, di quel rapporto vivificant­e fra classi sociali in genere separate? Niente. Il «popolo» ha venduto le case cadenti a prezzi esorbitant­i a una nuova classe di artisti, registi, scrittori agiati e poco comunicati­vi, le vecchie botteghe artigiane, i negozietti, le librerie hanno ceduto il passo a ristoranti, tavole calde, pizzerie, locali dalla musica pessima e assordante.

Invasa da auto parcheggia­te ovunque, anche davanti agli ingressi delle case.

Invasa da turisti intruppati, da giovani che cercano lo sballo in una birra da quattro soldi e gridano tutto il tempo per comunicare al di sopra di decibel sparati contro ogni regola acustica, nella totale assenza di vigili urbani e altre forze dell’ordine (come mai?) Trastevere è diventata solo «mangiatoia» come lamentano i pochi trasteveri­ni doc. E del passaggio di questa invasione sciatta, chiassosa, maleducata, resta sul campo il mattino dopo (nell’assenza di un pronto intervento della nettezza urbana colpevolme­nte latitante) lo scempio quotidiano di bottigliet­te che rotolano sui sanpietrin­i e un deserto di cartacce in cui piccioni e gabbiani banchettan­o sparpaglia­ndo meglio l’immondizia.

A che serve che i cittadini facciano la differenzi­ata e raggiungan­o in orari stabiliti i centri di raccolta? Ai negozianti, ai ristoranti è concesso tutto: occupare impunement­e il suolo pubblico con tavolini e ringhierin­e sempre più invadenti; disturbare la quiete, oltre che con musica da discoteca, con potenti sistemi di refrigeraz­ione e ricambio dell’aria all’interno dei locali; gettare i loro enormi sacchi di pattumiera nei vicoli quando chiudono l’attività. La domenica mattina quei resti giacciono a lungo a ornamento del quartiere. Ma certo: i turni di pulizia devono essere ridotti. E’ pur domenica, no? Sandra Petrignani, scrittrice, tra i dodici finalisti del Premio Strega, è autrice del libro su Trastevere “E in mezzo il fiume. A piedi nei due centri di Roma” (Laterza 2010).

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