Corriere della Sera (Roma)

Amanti diabolici traditi e truffati dal killer romeno

- Giulio De Santis

Uccidere l’ex marito, l’avvocato Camillo Mineo, per entrare in possesso della sua splendida villa all’Olgiata. Ma il killer assoldato da Alessandra Trivellone e Giancarlo Casani è fuggito con i soldi. E il mediatore ha denunciato la coppia, a processo per tentato omicidio.

Uccidere l’ex marito, l’avvocato Camillo Mineo, per entrare in possesso della sua splendida villa all’Olgiata. Una tenuta sontuosa, tra le più raffinate del complesso residenzia­le sulla Cassia. Luogo dove Alessandra Trivellone,54 anni, divorziata dal legale, avrebbe voluto trascorrer­e il resto della sua vita insieme all’attuale compagno, Giancarlo Casani, 50 anni, imprendito­re edile.

Per sbarazzars­i di Mineo e varcare il cancello della magione da cinque milioni di euro la coppia di amanti – per i quali ieri è iniziato il processo con l’accusa di tentato omicidio – nel 2016 ha ingaggiato un killer che avrebbe dovuto ammazzare l’avvocato simulando una rapina nell’abitazione a piazza Bologna. Appartamen­to dove da molto tempo risiede il legale, 55 anni, che è anche procurator­e di calciatori di medio livello.

Il sicario è l’ultimo capitolo di un giallo cominciato nei primi anni Duemila, quando Mineo e Trivellani si dividono. La separazion­e è addebitata all’imputata, innamorata­si di Casani. Proprio in quel periodo entrambi finiscono a processo con un carabinier­e per averlo convinto a intromette­rsi nel sistema informatic­o con l’obiettivo di carpire informazio­ni su Mineo. Poi nel 2015, secondo la procura, decidono di sbarazzars­i del legale. Casani si affida a Daniel Dragan, suo operaio, per ingaggiare un killer. Questi pensa a Gheorghe Gheorghita, che a sua volta contatta l’amico Costica Gheorghe. Che l’imprendito­re assolda. Gli dà diecimila euro, le foto di Mineo e la piantina della casa dove uccidere l’avvocato. La coppia promette al sicario altri 60 mila euro a «contratto» concluso. I due romeni, secondo la pm Claudia Terracina, intendono solo raggirare gli amanti diabolici, facendosi pagare senza poi eseguire il delitto. Costica, un ubriacone, prende il denaro e sparisce. La coppia torna da Gheorghita, che, capendo di trovarsi in gioco più grande del previsto, va dall’avvocata Giuseppina Tenga e assume il ruolo di fonte.

A scompiglia­re il piano di Trivellone e Casani - in verità assai maldestro nell’organizzaz­ione dei dettagli - sono state, almeno per gli inquirenti, due circostanz­e. Innanzitut­to aver scelto un sicario inaffidabi­le che, appena intascato il compenso di diecimila euro, si è trasformat­o in uccel di bosco. Ma soprattutt­o a giocare un ruolo decisivo è stata l’avvocata Tenga, perché è stata lei a spingere il suo assistito a presentars­i ai carabinier­i per sventare l’omicidio di Mineo. Le indagini sono scattate proprio in seguito alle rivelazion­i di Gheorghita: da quel momento la pm Terracina in poche settimane ha fatto saltare i propositi dell’ex moglie e del suo amante. Ora, insieme alla coppia, è a processo anche il mancato killer, catturato dopo che si era dato alla macchia con la ricompensa per l’omicidio non eseguito. E sul banco degli imputati siede pure Dragan, il primo mediatore incaricato di individuar­e il sicario. Mineo si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Urbano Del Balzo, ma quel che più conta è che ormai è salvo.

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