Fiumicino, nasce la «Business City»
Sarà la porta della Capitale nel mondo: complesso finito nel 2024. Previsti 25mila posti di lavoro
La cittadella degli affari nascerà di fianco all’aeroporto di Fiumicino. I lavori finiranno nel 2024: costo 190 milioni. Il progetto di Adr è stato presentato ieri: sette nuovi edifici ultramoderni sorgeranno creando in totale 25 mila posti di lavoro tra diretti e indiretti. «Sara la porta della Capitale nel mondo», sostiene l’ad di Adr Castellucci.
Centonovanta milioni di investimenti per un mega-distretto che offrirà 25 mila posti di lavoro. Incubatore di imprese e centro congressi, la «Business City» dell’aeroporto di Fiumicino sarà un’infrastruttura unica nel suo genere. Una città incastonata nel micro-mondo che è già il «Leonardo da Vinci», 7 nuovi edifici da costruire, ma con zero consumo di suolo aggiuntivo e una time-line strettissima: tutto pronto entro il 2024.
Un progetto ambizioso, realizzato e ideato da Aeroporti di Roma, società di gestione dello scalo internazionale con l’idea di creare una «porta della Capitale verso il mondo», un luogo dove attrarre le imprese, ideale per incubatori e startup innovative, nel teatro per eccellenza dove fioriscono le relazioni internazionali. Il nuovo polo intermodale che, come il resto dello sviluppo aeroportuale, nasce «senza consumare un solo metro quadro di spazi verdi» sottolinea Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Atlantia (società che controlla Adr). Questo sarà un incremento di capacità per Fiumicino anche per numero di passeggeri che «è stato fatto riutilizzando spazi e strutture già realizzati - aggiunge il manager - nel corso degli anni Sessanta e Settanta».
Vetrate a specchio degli edifici e molto verde (un ettaro di nuove piantumazioni): nel trailer della futura eco-city che sorgerà a ridosso della ferrovia, saranno circa 91 mila i metri quadrati costruiti su vecchi spazi industriali e nel rispetto dei più avanzati parametri internazionali di sostenibilità con certificazione Leed Gold. Variegata l’offerta dei servizi, a partire dal centro congressi da 1.300 posti, integrato con offerta alberghiera, utile come stimolo per il settore convegni della Capitale. Poi zone dedicate a consolati e ambasciate e persino un centro wellness, nursery, spazi shopping e intrattenimento. Gli uffici saranno realizzati ispirandosi ai princìpi dello smart e del coworking, per favorire le sinergie delle aziende che potranno gestire il loro business su scala globale. Il maxi-centro ospiterà ogni giorno 50 mila persone. Lo studio realizzato dal gruppo Claus prevede a regime 5.300 nuovi occupati diretti e 23.500 nell’indotto.
In pratica per Fiumicino sarà come «un nuovo quartiere che svolge la funzione di ospitare aziende che voglio usufruire di un sistema logistico estremamente efficiente», riassume l’ad di Adr, Ugo De Carolis, ribadendo l’importanza per le imprese di poter operare dentro un aeroporto a due passi dalla Capitale. Vito Riggio, presidente di Enac, parlando della necessità di migliorare i collegamenti da e per lo scalo, ha proposto nuovi investimenti «soprattutto
Giovanni Castellucci «Costruiremo senza consumare spazi verdi e abbatteremo opere degli anni ‘60 e ‘70»
attraverso un raddoppio dell’autostrada». Una questione nazionale, «ma di grande rilevanza per il territorio, per cui è necessario coinvolgere gli enti locali», osserva Riggio guardando proprio i sindaci di Roma e Fiumicino seduti vicino a lui. Dal canto suo Virginia Raggi non risponde e dice solo che il progetto è capace di «rigenerare, ricostruire sull’esistente, con criteri di massimi livelli energetici e standard urbanistici», e invita privati e pubblico «a collaborare tutti insieme». Intanto «io in questo ho fiducia nel nuovo Governo - aggiunge perché abbiamo necessità che anche le amministrazioni, frenate dalla burocrazia, abbiano la possibilità di poter iniziare a diventare degli acceleratori come i privati». Botta e risposta, invece, tra il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, contrario all’ampliamento dell’aeroporto «a Nord, con ulteriore consumo di suolo» e l’ad Castellucci che gli ricorda come si sta «spremendo come un limone l’attuale area dello scalo», ma che un giorno questo non potrà essere un ostacolo al «posizionamento di Roma nel mondo». Intanto, nel futuro del Leonardo da Vinci, c’è l’avveniristica infrastruttura che lo porterà ad eguagliare i modelli di business di scali come Londra, Zurigo o Parigi. Le demolizioni e le opere propedeutiche al via già nei prossimi mesi: i primi 4 edifici pronti dal 2022 e, taglio del nastro finale nel 2024.