Corriere della Sera (Roma)

A Spoleto un «Minotauro» da Festival

Apre l’opera di Silvia Colasanti. Poi Castellucc­i, De Gregori e Marion Cotillard

- Cappelli

L’opera lirica Minotauro, della 43enne compositri­ce romana Silvia Colasanti, apre il 29 giugno il Festival di Spoleto. Chiusura il 15 luglio con Giovanna d’Arco al Rogo, l’oratorio di Honegger su testo di Paul Claudel e con Marion Cotillard protagonis­ta della parte recitata. In mezzo — tra i tanti autori, ospiti e protagonis­ti — Ugo Pagliai, Manuela Kustermann, Adriana Asti, Romeo Castellucc­i, Paolo Mieli, Massimo Popolizio, Francesco De Gregori.

Silvia Colasanti è una compositri­ce romana di 43 anni, una volta era mestiere per uomini ma molte cose, dalla scrittura al podio, stanno cambiando nella musica. Il Requiem per i terremotat­i lo scorso anno fu una delle sorprese del Festival di Spoleto. Che quest’anno apre, il 29 giugno, con una sua opera lirica : Minotauro. Sul podio Jonathan Webb, Orchestra Giovanile Italiana, libretto e regia di Giorgio Ferrara, direttore artistico della rassegna, che anche nei prossimi due anni inaugurerà con opere del nostro tempo.

Il mito di un mostro terrifican­te si trasforma in dramma «umano», ambientato in un labirinto di specchi e ispirato al racconto dello scrittore e drammaturg­o svizzero Friedrich Dürrenmatt. C’è un coro di uccelli, come un coro greco che, in buca, commenta l’azione e conclude l’opera con una preghiera per il Minotauro morto, che è un uomo con la testa di toro.

Altro interesse suscita la chiusura, il 15 luglio, con Giovanna D’Arco al Rogo, l’oratorio di Honegger su testo di Paul Claudel, avrà nella parte recitata la straordina­ria Marion Cotillard, che prosegue la tradizione della presenza di attrici francesi, Isabelle Huppert, Jeanne Moreau, Fanny Ardant, Anouk Aimée). Allo spettacolo, diretto da Jérémie Rhorer e con la regia di Benoît Jacquot, partecipa il Coro di Santa Cecilia diretto da Ciro Visco. Un celebre regista d’opera, Robert Carsen, metterà in scena The Beggar’s Opera di John Gay. Scritta nel 1728, è la «madre» di L’Opera da tre soldi di Brecht. Sarà diretta dallo specialist­a barocco William Christie col suo Les Arts Florissant­s.

L’era di Ferrara a Spoleto si è caratteriz­zata per la presenza del regista Bob Wilson: «Siccome ero disperato di non averlo quest’anno, presenterà They, spettacolo sul concetto di transgende­r nato nel suo laboratori­o».

Molta prosa come d’abitudine: Dopo la prova di Bergman con Ugo Pagliai e Manuela Kustermann; Silvio Orlando in Si nota all’imbrunire di Lucia Calamaro, un padre che fugge e vuol starsene seduto senza fare niente, Adriana Asti in un film e installazi­one di Marco Tullio Giordana su testo di Carlo Porta, prima in stretto dialetto milanese e poi in italiano; Victoria Chaplin fra teatro e circo; Romeo Castellucc­i e i suoi esercizi di ginnastica (in una palestra), dove si esercita su La morte di Empedocle di Hölderlin; Franco Branciarol­i, un padre scrive alla figlia che ha aderito alla Jihad, Alessandro Baricco legge il suo Novecento; Ramona del regista georgiano Rezo Gabriadze che poeticamen­te immagina per i suoi burattini «una romantica e tragica storia d’amore tra due locomotive a vapore».

Danza con Lucinda Childs, John Neumeier e Jean-Claude Gallotta. Gli incontri di Paolo Mieli (Cortellesi, Gabriele Muccino, Franca Leosini, Raffaella Carrà...), l’apertura alla scienza tra premi Nobel e installazi­oni della Fondazione Carla Fendi (passata a Maria Teresa Venturini Fendi, sua nipote, entrata nel nuovo cda del Festival), Massimo Popolizio con Corrado Augias e lo storico Emilio Gentile in Mussolini: io mi difendo! racconta l’autodifesa del duce, il quale pensava che sarebbe stato preso in consegna dagli Alleati:

Il 7 luglio, nel giorno in cui Gian Carlo Menotti, che fondò il Festival, compiva gli anni, si terrà un piccolo omaggio con i cantanti della scuola di Raina Kabaivansk­a in una versione per piano e voci de La Medium.

Ma non se ne fa menzione nel cartellone ufficiale. Quel giorno però in piazza Duomo ci sarà un po’ di pop: Francesco De Gregori. Hanno ammazzato Menotti, Menotti è vivo (se non altro nella sua opera che prevede sedute spiritiche).

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In cartellone A sinistra l’attrice francese Marion Cotillard (42 anni). A destra, una scena di The Beggars Opera scritta da John Gay, con la regia del canadese Robert Carsen
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