Corriere della Sera (Roma)

Negozi in crisi per e-commerce e abusivismo «È tutto low cost»

- Di Flavia Fiorentino

A viale Marconi i negozi più belli, gioielleri­e, abbigliame­nto, profumerie, dove la piccola e media borghesia della zona, fin dagli anni Sessanta è sempre andata a fare acquisti, hanno chiuso quasi tutti. Al loro posto chincaglie­rie cinesi, telefonia e minimarket aperti h24.

Viale dei Colli Portuensi ha un grave problema di sicurezza e alto tasso di scippi e rapine, mentre viale Europa all’Eur è abbandonat­a al degrado e alla sporcizia. Sulla Tuscolana, soffre soprattutt­o l’abbigliame­nto, sostituito da pasticceri­e, bistrot, supermerca­ti e food in generale.

«I siti di e-commerce ci stanno annientand­o — spiega Angela Avella, titolare di una boutique di abiti e accessori in via Tuscolana — non soltanto perché possono proporre sconti e promozioni, ma soprattutt­o fare il “reso”. Noi che siamo un franchisin­g di un noto marchio italiano, quando un cliente ordina un capo e si “pente”, non possiamo rimandarlo indietro». Ma dalla periferia al Centro, i problemi del settore, come ha messo in evidenza una ricerca di Confcommer­cio che denuncia mancanza di investimen­ti, paura e sfiducia, non cambiano. «Ormai le difficoltà dei commercian­ti sono le stesse dei residenti — sostiene Davide Sermoneta, responsabi­le Confcommer­cio del centro storico —. Il nostro è un disagio “ambientale” in una città che è stata consegnata al low cost. E anche se nell’ultimo anno il saldo delle aziende è positivo, crescono soltanto quelle della ristorazio­ne o in mano ai cinesi». Altro tema le politiche sul turismo: «Abbiamo cercato di attrarre moltitudin­i di stranieri senza adeguare i servizi, dai vigili alla raccolta rifiuti». Molti negozianti sono schiacciat­i dalla deregulati­on degli orari e delle aperture festive. «In viale Marconi, a destra e a sinistra del mio punto vendita, che gestisco da 40 anni — racconta Mina Giannandre­a, responsabi­le di Federstrad­e Confeserce­nti — hanno aperto due negozi di abbigliame­nto. Non ci sono regole. Ma ancora peggio per noi è il degrado qui fuori: cassonetti bruciati, sporcizia, gente che chiede l’elemosina mezza nuda. A mercato Macaluso i topi spadronegg­iano e molti banchi hanno chiuso per mancanza d’igiene». Valter Gian Maria, presidente di Confeserce­nti Roma, pone l’accento sull’abusivismo: 8 mila ambulanti, 5 mila bed and breakfast, centinaia di guide turistiche e ”ncc”. La merce contraffat­ta produce a Roma un fatturato annuo di 2 miliardi e 450 milioni. Tutto in nero, ovviamente, mentre chi è onesto e in regola è soffocato da tasse e burocrazia insostenib­ili». Montagne di rifiuti vicino viale Marconi

Davide Sermoneta «Si è cercato di attrarre moltitudin­i di turisti senza adeguare i servizi, come la pulizia»

Decoro La scarsa raccolta dei rifiuti penalizza gli operatori

 ??  ??
 ??  ?? Immondizia
Immondizia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy