Casa delle donne, luogo «di interesse pubblico»
Scatta la mobilitazione, la giunta Zingaretti prepara una delibera Marcello Fonte alla sindaca Raggi: «Basta parole, servono fatti»
Si allarga la rete in difesa della Casa internazionale delle donne. Mentre il collettivo annuncia la «mobilitazione permanente», aprendo alle proposte delle «forze creative dal basso» per vivacizzare la rassegna estiva, in Regione si studia una delibera di giunta per dichiarare la struttura del Buon Pastore «luogo di interesse pubblico». È la presidente, Francesca Koch, a leggere in un incontro con i media il messaggio del governatore, Nicola Zingaretti: «Lo ringraziamo del sostegno affinché venga riconosciuta l’importanza di questo spazio nella storia del femminismo italiano». Un mese il tempo stimato per l’approvazione dell’atto che, pur restando l’immobile di proprietà del Comune, darebbe alla Casa una boccata d’ossigeno: «Stabiliremo una convenzione per usufruire della struttura — spiegano dalla Pisana —. Potremmo aprire sportelli e organizzare iniziative, al fine di offrire un aiuto anche di tipo economico».
Nel frattempo, ecco che arriva Marcello Fonte, premiato a Cannes come miglior attore per il ruolo di protagonista in Dogman di Matteo Garrone: «Cosa direi alla sindaca Raggi? Che è una donna anche lei e la questione la riguarda — risponde ai cronisti — . All’inizio l’abbiamo sentita dire tante belle parole, adesso vedremo chi è veramente: basta parole, servono i fatti. Nella vita ho imparato che bisogna assumersi la responsabilità delle proprie scelte». Nel ricordare il suo percorso da outsider, formatosi nel circuito romano delle esperienze autogestite (Valle occupato, Cinema Palazzo, Angelo Mai), Fonte punzecchia l’amministrazione M5S: «Ditece dove dobbiamo anda’. Costruisci e ti viene distrutto, costruisci e ti viene distrutto... Dopo un po’, le energie finiscono. Lasciatece campa’. Qui si sono fatte solo cose belle e buone, andate ad attaccare chi fa cose cattive. Certi spazi vanno difesi e mantenuti, se non ce li lasciano, ce li terremo stretti». Incalzato sul ruolo delle donne nella sua vita, l’interprete non esita a citarne una su tutte: «Silvia Gallerano (con la quale, oltre a condividere il progetto del Valle, ha recitato nel film Asino vola). È stata la mia guida, la ricordo a teatro incinta, su uno sgabello, nel suo spettacolo La merda. Per me è una bella voce, una personalità forte che può rappresentare le donne».
All’incontro interviene anche Jasmine Trinca, tra le firmatarie del manifesto «Dissenso comune» che riunisce decine di donne del mondo dello spettacolo. Invitata a parlare, l’attrice ribadisce: «Bisognerebbe fare tesoro di quanto si è prodotto qui in questi anni. Dove si pensa di avere un credito, invece si ha un debito. Siamo stanchi di lanciare un appello al giorno perché non si chiudano luoghi di cultura e socialità. Continueremo a esprimere il senso profondo di appartenenza a chi ha un’idea della città che non sia solo legata a logiche di mercato». La collega Camilla Filippi suggerisce «di svolgere al Buon Pastore la prossima riunione di “Dissenso comune”, aperta a tutti».
Giulia Rodano, ex assessora regionale alla Cultura, contesta alcune delle notizie circolate in questi giorni, bollate come fake news: «Il Campidoglio nega che ci sia il rischio di sfratto, ma l’alternativa al piano di rientro del debito è il recupero del bene». E manda un messaggio alla consigliera Gemma Guerrini, prima firmataria della delibera votata in consiglio comunale: «Continua a dire che il Comune vuole creare un centro di coordinamento di servizi a tutela delle donne e contro la discriminazione di genere, ma qui è attivo un consorzio di oltre 30 associazioni che ne fanno parte. Il nostro logo è depositato alla Camera di commercio. Dunque, se si vuole fare un’altra cosa si deve sfrattare la casa». Loretta Bondì (Cooperativa BeFree) stigmatizza «l’intento di ingegneria sociale dall’alto che tira in ballo le periferie per scatenare la guerra tra poveri». E rilancia: «La nostra non è solo una battaglia difensiva, ma propositiva. Ci daremo una tabella di marcia».