Cinese uccisa dal treno Pm: macchinista in aula
L’accusa: la vide sui binari ma non la segnalò, poteva salvarsi
Con una comunicazione via radio il macchinista del treno 24017 Danilo Mascelloni avrebbe potuto salvare la vita a Zhang Yao, morta il 5 dicembre del 2016. Quella mancata comunicazione ha convinto la procura a chiedere il rinvio a giudizio del conducente per omicidio colposo. Secondo il pm Giovanni Bertolini, la giovane non sarebbe mai stata travolta dal treno proveniente dalla parte opposta se il suo manovratore fosse stato avvisato della presenza della ragazza – i cui familiari si sono costituiti parte civile con l’avvocato Francesco Romani - sui binari in prossimità del cavalcavia di Via Guglielmo Sansoni, a Tor Sapienza.
Invece quel mattino Claudio Capaldi, macchinista del convoglio 23682, ha investito la studentessa universitaria, iscritta all’Accademia delle Belle Arti in via di Ripetta, senza avere il tempo di rallentare per impedire l’impatto. Anzi, dello scontro Capaldi non si è mai accorto per via della velocità. Nell’istante in cui ha investito la studentessa, la lancetta del contachilometri segnava ben 133 chilometri orari. Il macchinista è stato inizialmente indagato, ma la consulenza dell’accusa ne ha escluso ogni responsabilità. Il colpevole della tragedia, secondo la relazione, è invece Mascelloni. Questa la ricostruzione della procura. Son o le 12.31 quando il conducente vede Zhang.
La cinese è furente, essendo stata pochi minuti prima rapinata della sua borsa da 2.500 euro alla stazione di Tor Sapienza da Serif Seferovic e Gianfranco Ramovic, aiutati da un minorenne. La giovane era appena uscita dall’Ufficio immigrazione della Questura. Inseguendo i rapinatori Zhang finisce sui binari. In quel momento Mascelloni nota la giovane. Il primo gesto che fa è emettere il fischio d’ordinanza per richiamare l’attenzione della cinese affinché si sposti. La seconda mossa, prevista dal regolamento, sarebbe chiamare l’operatore di circolazione. Avviso che l’imputato tuttavia avrebbe omesso, secondo il pm.
Zhang rimane a cercare i ladri. Due operai la vedono alle 12.35. Si sbracciano per avvertirla, urlano ma lei è troppo arrabbiata e anche al telefonino con un amico per capire cosa le stia succedendo intorno. Alle 12.39 arriva il convoglio 23682. La velocità è tale che nessuno si accorge dell’impatto. La cinese muore sul colpo. Il suo cadavere viene scoperto tre giorni dopo. Durante le ricerche il campo rom di via Salvati, vicino al luogo dello scippo, viene passato al setaccio. E i tre rom vengono individuati e arrestati. I controlli contribuiscono a scatenare una faida fra i Seferovic e gli Halilovic che si conclude il 20 maggio 2017 con la morte di tre sorelline bruciate nel camper a Centocelle. Uno dei killer, per la procura, è proprio Safir Seferovic.