Corriere della Sera (Roma)

Zingaretti: «Rifiuti, Raggi decida»

Il governator­e alla sindaca: necessario che il ciclo cominci e finisca nel territorio del Comune

- Di Giuseppe Di Piazza

«Roma deve capire che il ciclo dei rifiuti deve cominciare e finire nel suo territorio», dice il governator­e del Lazio, Nicola Zingaretti, 52 anni, al suo secondo mandato, stavolta un po’ più rocamboles­co del primo visto che sta governando senza avere una maggioranz­a in consiglio. Parla davanti a una platea specializz­ata, quella di Corriere Innovazion­e, il nostro mensile che ha presentato a Roma il suo ultimo numero. Governator­e, cosa significa iniziare e finire qui il ciclo?

«Il 90-95 per cento del ciclo dei rifiuti a Parigi e Londra si svolge all’interno delle due capitali. A Roma solo il 25 per cento. Non si può pensare che ciò che qui non si vuole lo debbano prendere Viterbo, Latina, Frosinone o, addirittur­a, altre regioni o altri paesi europei che sui rifiuti romani guadagnano»

Cosa si dovrebbe fare?

«La città deve scegliere: agire affinché si rispettino i dettami dell’Europa che ci dice che il ciclo deve essere locale. Quindi costruire impianti sul suo territorio: decida Roma se siano termovalor­izzatori o impianti di riuso, solo per fare esempi. Però bisogna scegliere».

Lei fa la differenzi­ata?

«Certo. Credo che lo scoglio culturale in città sia stato superato. E’ una questione tecnica, adesso. Pensi che la differenzi­ata nel comune di Fiumicino è al 90 per cento. A Roma siamo al 44 per cento...».

Ma lei dà o non dà una mano alla giunta Raggi?

«L’ho data e faremo di tutto per continuare a darla. Con serietà e impegno. Bisogna sempre far prevalere l’impegno istituzion­ale sull’appartenen­za politica. Le ricordo che ho fatto il presidente della Provincia con Alemanno sindaco, Polverini governatri­ce e Berlusconi presidente del Consiglio».

La tutelava il Wwf?

(ride) «No, però sono ancora qua».

Come vanno i rapporti con la sindaca Raggi?

«Buon rapporto di collaboraz­ione, in migliorame­nto costante. Certo, sarebbe stupido non dire che ci sono diversità di vedute, ma non bisogna mai trasformar­e le idee diverse in conflitto. Il risultato sarebbe la paralisi».

Forze e debolezze della regione che amministra?

«Siamo complessiv­amente poco comunità, a differenza dei veneti o dei lombardi. Qui si è romani, ciociari, etruschi… Dobbiamo far crescere il senso di comunità. I punti di forza sono le nostre grandi capacità e ricchezze. Siamo la seconda regione per Pil. Il Lazio produce più del Portogallo e molto più della Grecia. E abbiamo diversità che sono ricchezza: la tecnologia farmaceuti­ca nel sud della regione, la meraviglia dei prodotti da albero nella Tuscia, e poi Roma, la sua storia, la sua cultura, e ora il più grande porto commercial­e d’Europa, appena inaugurato. Parlo di Civitavecc­hia che ha scavalcato, come porta per l’Europa, persino Barcellona. E chiudo sul primo hub aeroportua­le, Fiumicino, che ha rapidament­e scalato tutte le classifich­e mondiali».

Che sta facendo per favorire l’innovazion­e? Come intende aiutare i ragazzi che intendono restare qua?

«Bisogna sbloccare il cre-

dito. Non so che avrebbero fatto Bill Gates e Steve Jobs se non avessero trovato finanziato­ri. Qui ci sono difficoltà storiche. Il credito alle idee favorisce la rivoluzion­e innovativa. Noi abbiamo fatto un bando per un totale di 26 milioni di euro, con il quale sono partiti 1480 progetti. Non parlo di app, ma di nuovi prodotti, nuovi servizi. Magari stavano nei cassetti in attesa di trovare i primi soldi... E poi bisogna puntare su una politica di filiera».

Ci spieghi.

«Mettere in comune ricerca e scienza, puntare sui grandi poli universita­ri e su chi può svilupparn­e il lavoro. Favorire la crescita dell’ecosistema: ricerca, innovazion­e...».

Nell’ecosistema metterei anche i gabbiani. Mi sembra che qui da noi si trovino bene.

(Ride). «Forse bisogna fare un bando per trovare un sistema per utilizzarl­i al meglio».

Il Lazio ha per così dire diversi azionisti, Roma è notoriamen­te quello di maggioranz­a. Su dodicimi- la aziende del terziario che esistono nella regione, diecimila stanno qui. Come si può uscire dai guai?

«Le metropoli sono un punto di forza. Milano, Roma… Beh, qualcuna è più cool di altre… In ogni caso bisogna sommare scienza, ricerca, turismo, cultura e, shakerando bene, si può ottenere innovazion­e».

Il caso del Dtt è emblematic­o.

«Vero. Frascati avrà il più grande centro al mondo di ricerca sulla fusione nucleare. Un investimen­to da 500 milioni, interament­e europeo. Questo grazie al lavoro fatto tutti insieme, con l’Enea».

La sua giunta si è impegnata a dare un regolament­o alla “gig economy”, i lavoretti: i ragazzi in bici che consegnano cibo sono l’esempio perfetto di tutto ciò che, in questo campo, è nato dalla cultura digitale e dei problemi che genera.

«Più innovazion­e, ma anche più diritti. È questa l’equazione che ci deve guidare».

Porta per il continente Abbiamo il porto commercial­e più grande d’Europa. Civitavecc­hia ha scavalcato Barcellona

Il Campidogli­o La collaboraz­ione con la sindaca è buona, ed è in migliorame­nto. Diversità non deve essere conflitto

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Presidente del Lazio Nicola Zingaretti
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Presidente Nicola Zingaretti (nella foto) al secondo mandato
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Il porto di Civitavecc­hia da poco inaugurato
(LaPresse) New entry Il porto di Civitavecc­hia da poco inaugurato

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