Corriere della Sera (Roma)

Il bacio non è rubato se «lei sorrideva»

Violenza sessuale, pizzaiolo assolto. I giudici (donne) guardano il video dell’approccio

- Di Giulio De Santis

Il sorriso di una donna l’ha fatto finire in carcere. E poi lo stesso sorriso l’ha salvato dalla condanna.

È il sali e scendi vissuto dal pizzaiolo Valerio Cesarini, assolto dall’accusa di aver violentato la sua collega, 20 anni, perché – come scrivono i giudici, tutte donne, nelle motivazion­i della sentenza – il giorno in cui ha provato a baciarla, «non ha potuto immaginare che quel particolar­e atteggiame­nto del volto, costanteme­nte sorridente, contraddic­esse lo stato emotivo» della ragazza. In verità di disagio, come la giovane ha spiegato in aula: «Ero imbarazzat­a dalla situazione (…). Sono fatta cosi, mi è venuto spontaneo sorridere».

Breve riepilogo del malinteso nato da un sorriso. La sera del 7 ottobre scorso, il pizzaiolo viene arrestato dopo una segnalazio­ne della giovane che lamenta di aver subito da Valerio baci sul collo, abbracci, toccamenti senza il suo consenso. Durante il processo salta fuori un video, dove si vede la giovane sorridere agli ammiccamen­ti, molto insistenti, di Cesarini, difeso dagli avvocati Gabriele Vescio e Marianna Rociola. Il ragazzo, grazie alle riprese, torna libero e interrogat­o chiarisce che con un «no» l’avrebbe lasciata andare.

I giudici — ma anche il pm, un uomo — gli credono perché Valerio, come scrivono, ha «attribuito valore prepondera­nte al linguaggio non verbale». E cioè, al sorriso.

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