Accusò di stupro il pizzaiolo, finisce indagata
Dopo l’assoluzione di Cesarini, finito agli arresti per 47 giorni, la ventenne rischia il processo
Con l’accusa di essere stata importunata nel laboratorio di una pizzeria ha fatto finire in carcere ingiustamente un collega, Valerio Cesarini, 25anni, assolto soltanto grazie a un video. Ora quelle affermazioni, ripetute anche in aula pur dopo aver visto le immagini, rischiano di costare a G. A., 20 anni, un processo per calunnia. Il pm Antonio Calaresu ha infatti chiuso le indagini nei confronti della ragazza, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.
L’inchiesta nasce dalle dichiarazioni rese in udienza dalla pizzaiola che fino ad oggi, nonostante il filmino dimostri l’assenza da parte del collega di un approccio violento, non ha mai corretto la sua versione. Anzi, durante il processo – come scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza - ha confermato nella sostanza le accuse contro Valerio. Che sottolinea, dopo l’assoluzione, come lui non intenda più vedere la sua accusatrice perché «non ho fatto del male a nessuno».
È opportuno riavvolgere il nastro al 7 ottobre del 2017. Quella sera Cesarini tenta un approccio con la giovane che subito dopo lo denuncia. Il ragazzo viene arrestato. A Regina Coeli resta cinque giorni, mentre altri 42 li trascorre ai domiciliari che terminano quando spunta fuori la clip. La prima sezione collegiale – composta solo da giudici donne - ha ritenuto innocente il pizzaiolo perché nel video si vede la ragazza sorridere mentre lui prova a baciarla. Secondo il collegio, proprio le riprese «delineano una situazione legittimante la ragionevole convinzione in capo a Cesarini, fondata su dati estrinseci, dell’esistenza di un consenso della presunta vittima». Aggiunge il tribunale che, «dalla diretta visione del video la ragazza, nel corso dell’interscambio con Valerio, ha tenuto comportamenti che possono essere interpretabili come precise manifestazioni di volontà a una relazione amorosa».
La pizzaiola ha spiegato in aula da cosa era nato l’atteggiamento sereno del suo volto: «Quando ha provato a baciarmi mi è venuto un sorriso spontaneo, ma perché ero imbarazzata (…). Sono fatta così». Questa la replica di Valerio – difeso dagli avvocati Gabriele Vescio e Marianna Rociola – durante il dibattimento: «Pensavo che fosse il gioco che fanno tutte le ragazze, un po’ sì, un po’ no. L’ho percepito come un normale sorriso». Parole ritenute credibili dal tribunale e dal pm. Quest’ultimo invece ha giudicato calunniose le affermazioni della ragazza, ora indagata.
In aula La ragazza ha confermato le accuse anche davanti al tribunale