«Manon», prima volta di MacMillan all’Opera

Sul palco la coreografia dello scozzese

Nella messinscena del balletto Manon di Kenneth MacMillan, in scena fino a domani sul palco del Teatro dell’Opera (www.operaroma.it), si consuma un raro incrocio tra entusiasmanti prime volte e sentiti addii.

È la prima volta che la coreografia del maestro scozzese, datata 1974, approda sul palco del Costanzi. La prima volta di Karl Burnett al lavoro nel teatro di piazza Beniamino Gigli, dove da settimane collabora con Patricia Ruanne per firmare il riallestimento di Manon insieme al Corpo di Ballo dell’Opera sulle musiche di Jules Messenet, riarrangiate e dirette da Martin Yates. Ed è stata anche la prima volta che Eleonora Abbagnato si è esibita in un balletto classico a serata intera al Costanzi.

«Sono molto orgogliosa di aver portato “Manon”, che amo moltissimo, nel repertorio della nostra compagnia. È un titolo di grande valore — dichiara l’étoile dell’Opéra di Parigi e direttrice del Ballo dell’Opera di Roma — si tratta di un balletto difficile sia nella tecnica che nell’espressione attoriale, richiede moltissima concentrazione. Sarà l’occasione per dimostrare i progressi fatti dai nostri ballerini negli ultimi tre anni. Ma, ahimè, potrebbe essere l’ultima interpretazione di Manon della mia carriera». La Abbagnato usa il condizionale, mentre è certo che si tratterà dell’addio al palcoscenico del primo ballerino Manuel Paruccini, per l’occasione nel ruolo di Monsieur G.M. in alternanza con Benjamin Pech.

Nel cast del balletto anche l’étoile Alessandra Amato, Giacomo Castellana, Susanna Salvi (nel ruolo di Manon per l’ultima replica, domani), Claudio Cocino e l’atteso Friedemann Vogel nei panni di Des Grieux. «Manon è un capolavoro assoluto — assicura il danzatore tedesco — in cui si accavallano diverse emozioni, passando magistralmente dall’amore all’odio. Richiede tecnica ma anche una lucida spontaneità che rende unica ogni replica».