Corriere della Sera (Roma)

Più preferenzi­ali, la manutenzio­ne torna interna

Nel 2021, 194 milioni ai creditori. La manutenzio­ne torna interna

- di A. Arzilli e I. Sacchetton­i

Concordato - feticcio. A due mesi dai rilievi mossi dai giudici, Atac va per la sua strada, confermand­o la sostanza del suo piano. Precisando, dettaglian­do e integrando ma senza mutare l’impianto del progetto, costato, ormai, 12 milioni 827mila euro. Fra le novità l’aumento, in teoria pattuito con il Comune, delle corsie preferenzi­ale e il ritorno alla manutenzio­ne interna dei bus.

Concordato - feticcio. A due mesi dai rilievi mossi dai giudici, Atac va per la sua strada, confermand­o la sostanza del suo piano. Precisando, dettaglian­do e integrando ma senza mutare l’impianto del progetto, costato, ormai, 12 milioni 827mila euro. Affiora una municipali­zzata ottimista verso i propri commissari («Ho molta fiducia», dice Paolo Simioni in tribunale) anche se, forse, poco incline a integrarne i ragionamen­ti.

I giudici avevano espresso dubbi sui pilastri del piano industrial­e? Atac risponde con il suo mantra: aumenterem­o i ricavi e pagheremo i debiti. Qualche aggiustame­nto ma fedeltà al progetto iniziale.

Significat­iva la difesa d’ufficio del trasferime­nto dei 55 milioni alla Bnl alla vigilia del concordato (su cui è aperta un’inchiesta alla Corte dei Conti ma che è sotto osservazio­ne anche al penale): «Operazione legittima», dice Atac.

La maggiore novità? I 193,9 milioni di euro che l’azienda dei trasporti promette di versare entro il 2021 ai creditori chirografa­ri. E i 150 milioni destinati ai creditori privilegia­ti (come il fisco) che verranno pagati a 12 mesi dal sì (eventuale) al concordato.

Per superare i rilievi dei giudici la documentaz­ione è stata integrata con due trovate. La prima: un ritorno alla manutenzio­ne interna delle vetture. La seconda: aumento della velocità della rete incrementa­ndo le preferenzi­ali. Più corsie gialle e dunque più appeal sul mercato.

Fra le integrazio­ni anche la delibera sull’acquisto di 660 nuovi autobus (167 milioni di euro in tre anni) presentata con, in allegato, il nuovo bando per l’acquisto di 320 bus diesel (un unico lotto da 95 milioni diviso in tre trance).

I «nuovi» documenti, secondo Atac, consentire­bbero di superare i «problemi di legalità» sollevati dai giudici alleggeren­do il maxi passivo aziendale (quasi 1,5 miliardi di euro) e di testimonia­re le prospettiv­e di rilancio dell’azienda. In sostanza permettere­bbero alla municipali­zzata di rispettare i 101 milioni di chilometri di produzione come da contratto di servizio con il Comune (nel 2017 sono stati garantiti «solo» 84 milioni di chilometri).

I documenti sarebbero da incrociare con le misure anti evasione tariffaria (bigliettaz­ione digitale e bus modello Londra), con l’aumento della produttivi­tà - da 37 a 39 ore settimanal­i - programmat­o per il personale e anche con la riorganizz­azione interna già iniziata con il licenziame­nto di quattro dirigenti (altri 8 sono in uscita entro dicembre). Quindi sono state consegnate nuove perizie sui beni: quelli strumental­i (ovvero 100 milioni di immobili da cedere per fare cassa) già inseriti nel dossier due mesi fa, più quelli non strumental­i (le strutture attualment­e in uso per determinar­e il patrimonio netto dell’azienda) che non erano presenti nella vecchia documentaz­ione, la cui stima è stata richiesta dai giudici.

Ora tocca all’ufficio affari civili della procura. I pubblici ministeri Stefano Fava e Giorgio Orano hanno 15 giorni di tempo per depositare il proprio parere (che potrebbe anche essere negativo), quindi il tribunale fisserà una nuova udienza.

Nel dossier mancava il bilancio 2017, chiuso con un passivo di circa 120 milioni però solo in sede di cda a fine aprile: l’approvazio­ne capitolina non c’è ancora, ma «arriverà», ha detto l’ad Paolo Simioni uscendo dal tribunale. Giusto il tempo che la Ragioneria completi la sua istruttori­a iniziata lo scorso 22 maggio - quindi solo otto giorni prima rispetto all’appuntamen­to di ieri in tribunale e nonostante il documento fosse disponibil­e già dal 28 aprile - e inoltri il bilancio alla giunta per l’ok definitivo.

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Problemi Sopra il presidente di Atac, Paolo Smioni, che ieri è andato all’udienza per il concordato dell’azienda. Qui accanto, invece, uno degli autobus dell’Atac con problemi al motore: molti i guasti nell’ultimo periodo
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Dismessi Alcuni mezzi dell’Atac dismessi all’interno del deposito di via della Stazione di Grottaross­a

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