I vigili: attenti, troppi gli ascensori-trappola
A lanciare l’allarme dopo la tragica fine di Elena Pacifici, precipitata ieri pomeriggio nella tromba dell’ascensore in un palazzo di viale Regina Margherita, sono i vigili del fuoco, protagonisti in media di 10 soccorsi al giorno proprio per problemi agli elevatori. Sotto accusa le carenze nella manutenzione, negli ultimi anni legate alla crisi che spinge alcuni amministratore a posticipare i controlli o a farli solo quando si presentano problemi tecnici. Per l’incidente di ieri tuttavia i carabinieri non escludono la pista del suicidio, con la manomissione della porta dell’elevatore, anche se la sorella della vittima è convinta: «È stato quel maledetto ascensore».
Piange disperata, si asciuga le lacrime con un fazzoletto, seduta in un angolo dell’androne del palazzo di viale Regina Margherita. Lei, la sorella di Elena Pacifici, non crede proprio all’ipotesi suicidio. «Me l’hanno massacrata - ripete più volte -, non me l’hanno nemmeno fatta vedere. È stato quell’ascensore maledetto, non fanno mai la manutenzione...». Un’accusa precisa ma, allo stato dei fatti, ancora tutta da provare. Il pm nominerà oggi un consulente tecnico che dovrà verificare se l’elevatore abbia avuto un problema tecnico o se la porta sul pianerottolo al sesto piano sia stata manomessa e aperta quando la cabina non c’era. Perché è questa una delle ipotesi seguite dai carabinieri della compagnia Parioli che indagano sulla tragica fine della pensionata di 77 anni, precipitata ieri pomeriggio per 20 metri e morta nel pozzetto dell’ascensore nel seminterrato dell’edificio.
Fra i commercianti e chi abita in quel tratto di viale Regina Margherita, quasi all’angolo con via Nomentana, la signora Elena la ricordano in molti. «Era una camminatrice, la vedevamo spesso qui intorno», raccontano. Nessuno, nemmeno fra gli inquilini del palazzo al 217, era al corrente di una presunta depressione che per chi indaga potrebbe essere alla base del gesto estremo della pensionata, sempre che venga confermato sia dal consulente del pm sia dal medico legale che oggi dovrebbe effettuare l’autopsia.
Ma ci saranno accertamenti anche sull’ascensore, che è stato sequestrato. Bisognerà stabilire se siano state rispettate le manutenzioni periodiche obbligatorie per legge, ma anche se proprio la maniglia di sicurezza al sesto piano abbia avuto un malfunzionamento quando la settantenne è riuscita ad aprirla nonostante non ci fosse l’ascensore al piano. Un inconveniente tutt’altro che raro a Roma, dove proprio i vigili del fuoco - che in media ogni giorno svolgono dieci interventi sugli elevatori - poco tempo fa avevano lanciato l’allarme sulla carenza di controlli dovuta non tanto alla negligenza di qualche amministratore di condominio, quanto piuttosto agli effetti della crisi, alle difficoltà economiche che spingono i più a posticiparli. Magari per intervenire solo quando il guasto si dovesse davvero presentare.
Salario Sarà un consulente del pm a stabilire se ci sia stato un problema tecnico nella tragedia del Salario