Incognite, vip, inchieste giudiziarie: il voto nei Municipi e in 47 Comuni
Lazio, il 10 giugno 700 mila persone alle urne. Sfide anche a Garbatella e Montesacro
Due municipi della Capitale e 47 comuni: il Lazio torna al voto tra incognite, «vip» e inchieste giudiziarie. Oltre 600mila cittadini saranno infatti chiamati alle urne il 10 giugno per eleggere nuove amministrazioni: dal capoluogo Viterbo al mini-borgo di 200 abitanti di Varco Sabino. In nove città i sindaci non hanno concluso il mandato. Lo stesso scenario che si presenta in terzo e ottavo municipio a Roma, dove i 5 stelle giocano la partita più delicata per riconquistare le circoscrizioni perse per faide interne. A Montesacro è bis candidatura per la grillina Roberta Capoccioni, sfiduciata dall’aula ma non dal Movimento: il suo avversario più temibile appare l’anti-renziano Giovanni Caudo. L’ex assessore di Ignazio Marino ha vinto sul rivale Pd alle primarie ma in corsa c’è anche l’ex vicequestore Francesco Bova, nome della Lega con ok di Forza Italia e malumori da FdI. All’Ostiense sfila il pentastellato Enrico Lupardini (scelto da soli 19 attivisti) che dovrà vedersela con Amedeo Ciaccheri, vincitore ai gazebo sul dem Enzo Foschi, e Simone Foglio in quota FI. Il Lazio sarà un test di valore nazionale: da vedere se il «modello-Zingaretti» influirà per il Pd, se le divisioni nel centrodestra – anche locali – dimostreranno l’avanzata della Lega, se il M5S confermerà l’exploit. A Pomezia è sfida in stile «Kramer contro Kramer». Il dissidente stellato Fabio Fucci non si è arreso alla regola dei due mandati e ha salutato il Movimento. Si ricandida proprio contro il grillino Adriano Zuccalà e gli altri 4 candidati potrebbero godere della diatriba, in primis Stefano Mengozzi a sinistra e Pietro Matarese a destra. Ha acceso la campagna elettorale che andranno al voto nel mini borgo di Varco Sabino a Sutri (Viterbo) la candidatura dell’esuberante Vittorio Sgarbi contro il civico Lillo Di Mauro, mentre a Fiumicino sarà test di resistenza dem. Esterino Montino cercherà di tenersi la poltrona contro il senatore leghista William De Vecchis, che però ha un «nemico» interno, l’azzurro Mario Baccini. Tra i comuni commissariati spiccano gli autogol Pd a Fiuggi e Anagni (firme dal notaio e addio giunte) ma soprattutto la vicenda di Cisterna di Latina. Un terremoto giudiziario, inchiesta «Touch Down» con vicesindaco e assessori implicati in un giro di mazzette e arrivo del prefetto. Nelle liste emerge il «patto del Nazzareno pontino» con Pd e FI in appoggio al civico Gianluca Del Prete. La contesa è colorita: il grillino Marco Capuzzo, il leader dei «forconi» Giancarlo Carapellotti, il due volte sindaco Mauro Carturan. Unica poi la storia di Pignataro Interamna: duemila anime nel frusinate, due dissesti finanziari, nel 2016 sindaco e giunta sospesi per la legge Severino (condanna per abuso d’ufficio per autovelox falsati e appello) commissario e, di nuovo, stesso sindaco in lizza, Benedetto Evangelista. Alta tensione invece ad Anzio, tra attentati incendiari e sei esclusi dalla Prefettura (con ricorsi) per esponenti di Lega, Rifondazione e Casapound. In gara c’è, a destra, il pluri-sindaco Candido De Angelis, Rita Pollastrini per il M5S e la sinistra divisa su tre nomi. Occhi puntati anche sugli altri comuni più grandi, Santa Marinella, Formia, Aprilia e, appunto, Viterbo.
Cisterna di Latina «Patto del Nazzareno pontino» con Pd e FI in appoggio al civico Gianluca Del Prete