Corriere della Sera (Roma)

Castel Fusano, allarme incendi per la pineta

Abbandonat­a a se stessa, è una maxi discarica

- di Valeria Costantini

Due autobotti (rotte), dieci uomini e due telecamere in riparazion­e. A un anno dai roghi che hanno sfregiato la pineta di Castel Fusano, la dotazione antincendi­o del Servizio Giardini non è cambiata di una virgola. Il parco urbano più grande della Capitale si appresta ad affrontare l’ennesima estate rovente, ma nessun rinforzo è stato ancora dislocato nel polmone verde. Le fiamme divampate a ridosso del luglio 2017 bruciarono 100 ettari dei 900 che compongono l’area protetta di Ostia, dove intanto continuano a spuntare baraccopol­i e degrado. Il nero lasciato dal fuoco è stato sostituito dalla rinascita del verde, costellato però ancora da incuria e cumuli di rifiuti.

Negli ultimi mesi sono state effettuate diverse rimozioni di discariche e baraccopol­i, ma le favelas a Castel Fusano si moltiplica­no senza freni. La Finanza ha sequestrat­o oltre mille metri quadrati di accampamen­ti con vista sulla Colombo: pochi giorni e gli «inquilini» sono già tornati. Basta inoltrarsi nel fitto sottobosco e si incontrano tende e disperati intenti a dormire nell’erba. Il popolo della pineta lo incroci anche a ridosso della ferrovia Roma-Lido, macerie di vita tra panni stesi e cucinini.

L’anno scorso il fuoco, divorando tutto, aveva fatto emergere un immenso tappeto di immondizia: infiniti cumuli di bottiglie e carta che sono ancora lì, sotto i passi di podisti e famiglie. Persino quello che sarebbe il punto di raccolta-rifiuti trovati a Castel Fusano non brilla per sicurezza. È l’ex vasca per il servizio antincendi­o, riempita di televisori e materassi; viene svuotata dall’Ama ogni tot giorni, ma è anche scambiata per discarica dai soliti incivili. Senza recinzione (bruciata ovviamente) chiunque può entrare: l’ultimo visitatore ci ha lasciato taniche piene di liquidi infiammabi­li e tossici. In questo scenario ad alto rischio la stagione più calda incombe, ma non è ancora arrivato «l’incremento del personale dei giardinier­i» assicurato dall’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari dopo l’emergenza di un’estate fa.

A dicembre persino i consiglier­i grillini di Ostia hanno sollecitat­o il Comune per avere rinforzi nel Municipio più verde di Roma; soprattutt­o perché, dopo anni di stallo, le assunzioni dei giardinier­i sono state sbloccate dalla giunta Raggi. Finora nessuna novità: 10 erano e 10 sono rimasti. Idem per i «nuovi» mezzi: non pervenuti. Al Servizio Giardini in pineta si contano due autobotti stabili: una è senza revisione da mesi perché priva di manutenzio­ne, l’altra è incidentat­a e quindi immobile. Basterebbe­ro 40mila euro per aggiustarn­e una. «Pronto il bando per altre autobotti, ma per l’estate 2019; ora niente fondi disponibil­i», ha certificat­o il dipartimen­to Ambiente in una recente commission­e municipale a Ostia. «Non sarà possibile nemmeno avere un elicottero fisso in pineta», riassume Andrea Bozzi, consiglier­e d’opposizion­e lidense con Sogno Comune. «Mentre i pochi giardinier­i intanto sono impiegati a pulire le spiagge di Castelporz­iano».

L’annunciato «piano di interventi straordina­ri» del Campidogli­o prevede anche un bando per l’aumento delle telecamere anti-piromani, prime cause dei roghi di un anno fa. I due unici esistenti occhi elettronic­i a Castel Fusano sono al momento in riparazion­e. Di passi in avanti però se ne sono fatti: c’è il protocollo firmato tra Comune e carabinier­i-forestali che prevede bonifiche e task-force anti-incendi. Più la riforestaz­ione: l’hanno effettuata sempre i soliti dieci giardinier­i in servizio.

Baraccopol­i Tra gli alberi, tanti accampamen­ti di fortuna di clochard e migranti

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 ?? (foto LaPresse) ?? Tossici Bidoni arrugginit­i abbandonat­i nella pineta
(foto LaPresse) Tossici Bidoni arrugginit­i abbandonat­i nella pineta

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