Castel Fusano, allarme incendi per la pineta
Abbandonata a se stessa, è una maxi discarica
Due autobotti (rotte), dieci uomini e due telecamere in riparazione. A un anno dai roghi che hanno sfregiato la pineta di Castel Fusano, la dotazione antincendio del Servizio Giardini non è cambiata di una virgola. Il parco urbano più grande della Capitale si appresta ad affrontare l’ennesima estate rovente, ma nessun rinforzo è stato ancora dislocato nel polmone verde. Le fiamme divampate a ridosso del luglio 2017 bruciarono 100 ettari dei 900 che compongono l’area protetta di Ostia, dove intanto continuano a spuntare baraccopoli e degrado. Il nero lasciato dal fuoco è stato sostituito dalla rinascita del verde, costellato però ancora da incuria e cumuli di rifiuti.
Negli ultimi mesi sono state effettuate diverse rimozioni di discariche e baraccopoli, ma le favelas a Castel Fusano si moltiplicano senza freni. La Finanza ha sequestrato oltre mille metri quadrati di accampamenti con vista sulla Colombo: pochi giorni e gli «inquilini» sono già tornati. Basta inoltrarsi nel fitto sottobosco e si incontrano tende e disperati intenti a dormire nell’erba. Il popolo della pineta lo incroci anche a ridosso della ferrovia Roma-Lido, macerie di vita tra panni stesi e cucinini.
L’anno scorso il fuoco, divorando tutto, aveva fatto emergere un immenso tappeto di immondizia: infiniti cumuli di bottiglie e carta che sono ancora lì, sotto i passi di podisti e famiglie. Persino quello che sarebbe il punto di raccolta-rifiuti trovati a Castel Fusano non brilla per sicurezza. È l’ex vasca per il servizio antincendio, riempita di televisori e materassi; viene svuotata dall’Ama ogni tot giorni, ma è anche scambiata per discarica dai soliti incivili. Senza recinzione (bruciata ovviamente) chiunque può entrare: l’ultimo visitatore ci ha lasciato taniche piene di liquidi infiammabili e tossici. In questo scenario ad alto rischio la stagione più calda incombe, ma non è ancora arrivato «l’incremento del personale dei giardinieri» assicurato dall’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari dopo l’emergenza di un’estate fa.
A dicembre persino i consiglieri grillini di Ostia hanno sollecitato il Comune per avere rinforzi nel Municipio più verde di Roma; soprattutto perché, dopo anni di stallo, le assunzioni dei giardinieri sono state sbloccate dalla giunta Raggi. Finora nessuna novità: 10 erano e 10 sono rimasti. Idem per i «nuovi» mezzi: non pervenuti. Al Servizio Giardini in pineta si contano due autobotti stabili: una è senza revisione da mesi perché priva di manutenzione, l’altra è incidentata e quindi immobile. Basterebbero 40mila euro per aggiustarne una. «Pronto il bando per altre autobotti, ma per l’estate 2019; ora niente fondi disponibili», ha certificato il dipartimento Ambiente in una recente commissione municipale a Ostia. «Non sarà possibile nemmeno avere un elicottero fisso in pineta», riassume Andrea Bozzi, consigliere d’opposizione lidense con Sogno Comune. «Mentre i pochi giardinieri intanto sono impiegati a pulire le spiagge di Castelporziano».
L’annunciato «piano di interventi straordinari» del Campidoglio prevede anche un bando per l’aumento delle telecamere anti-piromani, prime cause dei roghi di un anno fa. I due unici esistenti occhi elettronici a Castel Fusano sono al momento in riparazione. Di passi in avanti però se ne sono fatti: c’è il protocollo firmato tra Comune e carabinieri-forestali che prevede bonifiche e task-force anti-incendi. Più la riforestazione: l’hanno effettuata sempre i soliti dieci giardinieri in servizio.
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