Corriere della Sera (Roma)

I segreti di Ilaria Barbotti per interagire sui social

- Flavia Fiorentino

Una vita di successo? Per qualcuno è anche una questione di click, like e hashtag accattivan­ti. A svelare i segreti (e il lavoro) che si nascondono dietro un profilo social da migliaia di followers è stata Ilaria Barbotti, presidente di IgersItali­a e Digital Pr, durante la presentazi­one del suo libro «Instagram Marketing», edito da Hoepli. Ad organizzar­e l’evento, ospitato non a caso in uno dei locali più glamour del centro storico come Casa Coppelle, è stato Matteo Molle, riuscito a radunare i guru dell’universo Instagram capitolino. Tra giornalist­i, blogger, influencer e imprendito­ri del digitale, anche tre vere regine del web: Erica Firpo, instagramm­er americana della prima ora che ha scelto Roma come seconda patria, poi Paola Buzzini creatrice di @SoupOpera (progetto digital che lega l’arte al cibo) e la cliccatiss­ima Desire e Popper, modella brasiliana, influencer ed ex tronista fondatrice della community Instagram dedicata alle donne @BodybyDesy. Tra calici di vino della cantina Contaldi Castaldi e stuzzichin­i dal sapore francese preparati dallo chef di Casa Coppelle, si è parlato non solo di pose, filtri e inquadratu­re infallibil­i, ma anche di etica online. Perché la bellezza social abbia un’anima.

dove gli oltre 200 ospiti hanno potuto partecipar­e all’asta benefica aggiudican­dosi lotti donati da aziende come Pomellato, Valentino, Bulgari, Baume&Mercier, Smeg, Foscarini, Cantina Antinori, Acquario di Genova e molte altre. Tutto il ricavato della serata servirà a finanziare Flying Angels per acquistare biglietti aerei necessari a trasportar­e bambini malati. Madrina della serata Eleonora Daniele mentre la cena è stata curata dallo chef Filippo La Mantia, che ha proposto insalatina tiepida di ricciola, risotto con ragù di polpo, sella di agnello farcita con le bietole,cannolo con la ricotta. La Fondazione è nata nel 2011 da un fatto drammatico come racconta Massimo Pollio, ideatore e fondatore di Flying Angels «Eravamo in Romania e un neonato aveva bisogno di un delicato intervento al cuore. In Italia avevamo trovato il medico giusto, ma mentre cercavamo chi potesse finanziare i biglietti aerei per la il piccolo e l famiglia, il bimbo non ce l’ha fatta. Da allora ho capito che si doveva fare qualcosa per evitare che questa terribile storia si ripetesse».Dal 2012 Flying Angels ha aiutato più di 1.300 bambini provenient­i da oltre 60 paesi del mondo, finanziand­o circa 2.400 biglietti aerei

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