Sacrofano, Nicolini sfida Luzzi Elezioni: Pd-M5S-FdI contro l’ex An
Nella cittadina di Carminati si torna a votare domenica per scegliere il sindaco
Sacrofano «terra di cavalli e ristoranti». Lo ripetono tutti, quasi un unico coro si eleva dal piccolo comune a venti minuti dalla Capitale. Tra il profumo del fieno e del gelsomino, 8 mila anime convivono male con l’idea di aver ospitato il «cecato», il boss che voleva prendersi Roma. Eppure Massimo Carminati aveva scelto proprio il paesino sulla via Flaminia come base per i suoi affari.
L’epicentro dell’impero di Mafia Capitale era una villa di campagna nella frazione Borgo Pineto, uguale a centinaia di altre utili al buen retiro di romani e vip. Leggenda vuole che Sacrofano debba il suo nome a una scrofa che, in tempi di siccità, scoprì l’acqua scavando nella terra: secoli di storia più tardi il comune cerca di voltare pagina, vuole dimenticare quel vicino ingombrante. Ed è anche il desiderio più pressante del sindaco uscente, Tommaso Luzzi, cresciuto all’ombra dell’eredità di Giorgio Almirante, a cui è dedicata la statua nel borgo storico. Si è ricandidato e domenica alle elezioni saprà quanto peserà il suo recente passato. Indagato nell’inchiesta Mondo di Mezzo (associazione per delinquere di stampo mafioso), nei fascicoli emergeva chiaro l’appoggio dell’ex Nar al primo cittadino: «Tommaso me serve lì da noi», insisteva Carminati, tra bandi da assegnare e futuri favori. «Non lo conosco, né sapevo dove abitasse, perché parlare di cose ormai chiarite?», si domanda Luzzi dal Comune, la foto di Falcone e Borsellino sul muro, «i miei riferimenti» sottolinea ricordando la data che ha segnato la sua vita. «Il 27 luglio 2016 la mia posizione nell’indagine è stata archiviata, mai nemmeno interrogato, chiaro che millantavano appoggi inesistenti», spiega il sindaco di nuovo in corsa con l’Alleanza civica per Sacrofano. Classe ’50, dirigente del Fronte della Gioventù, poi in Msi e An, da sempre vanta appoggi anche di alcuni big della centrodestra romano, come Maurizio Gasparri (FI), ospite fisso ai suoi comizi, senza dimenticare Domenico e Luca Gramazio (ex Msi-An-Pdl). «Io amo la mia comunità, ecco perché una macchia simile non la meritiamo, noi viviamo di turismo», si difende Luzzi. La sua unica avversaria è Patrizia Nicolini, 58 anni, che punta sul riscatto e sul cambiamento del paese con la lista Uniti per Sacrofano. Che trasversale è dir poco: dentro ci sono Pd, grillini e meloniani, «semplici cittadini che vogliono il bene della città», spiega la candidata, funzionaria del ministero dell’Interno, esperta di relazioni internazionali e appalti pubblici. L’obiettivo è «la legalità, ridare al paese dignità», sostiene Nicolini, che non ama le polemiche. Battaglia un po’ solitaria però. Nessun volto dem o stellato si è visto a Sacrofano per appoggiarli. In paese poi sono stanchi di sentirsi identificare con Carminati: «Se l’avessi visto, gli avrei parlato, sono un fan della serie Romanzo Criminale», dice il tabaccaio, ricordando l’altro mistero di Sacrofano. Nel 1993 è su queste colline che trovarono morto Sergio Castellari, ex direttore generale del ministero delle Partecipazioni statali: era coinvolto in Tangentopoli.
L’uomo di destra Nell’inchiesta «Mondo di mezzo», la posizione di Luzzi è stata archiviata: «Non conosco Carminati»