Teatro Argentina, un cartellone contemporaneo
Tanta drammaturgia contemporanea per il Teatro di Roma, che include India e Torlonia
Protagonista, quasi, assoluta della prossima stagione del Teatro Stabile di Roma è la drammaturgia contemporanea, declinata in diverse generazioni di autori, registi, attori e su tre palcoscenici: Argentina, India, Torlonia. Il claim scelto è «Teatro. Le forme della verità», ovvero, una «casa plurale, un’espressione di molteplici identità dell’esistente». E il neoministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, sceglie il palcoscenico dell’Argentina per la sua prima apparizione: «Ho l’onore di ricoprire questa carica da tre giorni e ho scelto per la mia prima uscita pubblica lo Stabile, per un segnale di affezione al teatro, alla musica, alle arti performative. L’ho fatto apposta». Il presidente Bevilacqua dice: «Si apre un anno di sfide».
Affollamento in programma di titoli e di nomi: da Massimo Popolizio a Luca Zingaretti, da Giancarlo Sepe alla trasgressiva regista britannica Katie Mitchell, da Marco Tullio Giordana a Lisa Ferlazzo Natoli, e inoltre Davide Enia, Toni Servillo, Umberto Orsini, Luisa Ranieri, Giuliana Lojodice, Pippo Delbono. Dice il direttore Antonio Calbi, riconfermato alla guida dello Stabile per i prossimi tre anni: «Il progetto culturale e artistico del prossimo triennio arricchisce temi e percorsi che hanno connotato gli anni trascorsi. Prima di tutto l’attenzione al tempo attuale che deve irrompere sui nostri palcoscenici, perché è questa la natura più autentica del teatro. Dunque attenzione ad autori e autrici viventi, italiani e stranieri, nuovi registi, nuovi interpreti, ma anche alla migliore tradizione dei protagonisti della scena e infine al cittadino spettatore, con l’obiettivo di intercettare nuovi pubblici».
Si alza il sipario all’Argentina il 9 settembre con Gala, ideazione di Jérome Bel, coreografo di fama internazionale, con venti danzatori, una mega-coproduzione con il sostegno del programma culturale dell’Unione Europea. Seguono altri spettacoli ospiti ma il 9 ottobre apre la stagione Quasi niente, progetto di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, liberamente ispirato al film Deserto rosso di Michelangelo Antonioni. Giancarlo Sepe porta in scena Barry Lyndon, tratto dal celebre romanzo di William Makespeace Thackeray, mentre la Mitchell, per la prima volta in Italia, propone La maladie de
la mort di Marguerite Duras, vietato ai minori, protagonisti Jasmine Trinca, Nick Fletcher. Poi tocca a Zingaretti che dirige la moglie Luisa in The deep
blue sea di Terence Rattingan: una storia d’amore travolgente che porta i protagonisti a sfidare ogni limite. Ed è Tullio Giordana a cimentarsi con il grande repertorio drammaturgico, realizzando Questi
fantasmi! di Eduardo De Filippo, con Gianfelice Impara- to e Carolina Rosi. Così come Valerio Binasco che dirige
Don Giovanni di Molière e Declan Donnellan, alla sua prima regia italiana, firma La
tragedia del vendicatore di Thomas Middleton, un pulp elisabettiano.
Torna alla ribalta un successo che si replica da anni:
Copenaghen di Frayn con il terzetto Orsini-Popolizio-Lojodice e ancora Popolizio è poi protagonista e regista di
Un nemico del popolo di Ibsen, affiancato da Maria Paiato in un ruolo maschile. Davide Enia è da solo in palcoscenico con L’abisso: il racconto di un drammatico sbarco a Lampedusa. Servillo è protagonista e regista di Elvira.
Tra le proposte all’India,
Settimo cielo di Caryl Churchill, regia di Giorgina Pi, Tiranno edipo! da Sofocle, regia di Barberio Corsetti, Cani di Elvio Porta e Armando Pugliese, La scortecata da Giambattista Basile di Emma Dante,
Dittico Nest con i giovani artisti napoletani di San Giovanni a Teduccio e due testi di Danio Manfredini: Luciano e Al
presente. Al Torlonia, Dux in scatola, autobiografia d’oltretomba di Mussolini Benito, di e con Daniele Timpano, Il caso Braibanti di Massimiliano Palmese, La signorina Else di Schnitzler, regia di Federico Tiezzi. Numerosi anche i progetti speciali: dal ritorno di
Garofano Verde a Why not?, ovvero, come costruirsi un futuro, per ridare fiducia e speranza alle nuove generazioni.
Antonio Calbi Prima di tutto attenzione al tempo attuale, ad autori e autrici viventi, a nuovi registi e nuovi interpreti
Bonisoli, neoministro «Ho scelto per la mia prima uscita pubblica lo Stabile, un segnale di affezione al teatro»
Protagonisti Popolizio, Zingaretti, Sepe, Katie Mitchell, Toni Servillo, Giordana, Tiezzi, Emma Dante