Corriere della Sera (Roma)

Saluti fascisti, bufera al liceo Socrate

Ruth Dureghello (comunità ebraica) attacca la preside: «Vi invito al nostro museo»

- Di Fabrizio Peronaci

Quella foto di studenti impettiti e con il braccio teso ha scatenato un putiferio. Imbarazzo ai vertici degli uffici scolastici, incredulit­à nella comunità ebraica, indignazio­ne nei partiti di sinistra. Ma non tanto per il comportame­nto dei ragazzi. Nel mirino è finita lei, Milena Nari, la preside del liceo Socrate della Garbatella, che invece di prendere le distanze ha definito il gesto, quel mettersi in posa come ai tempi del Ventennio, «una goliardata, un gioco», di più, una condotta da non biasimare e, anzi, da inquadrare «tra le libertà di espression­e e di manifestaz­ione del pensiero costituzio­nalmente garantite». Il saluto fascista sinonimo di libertà? I primi a insorgere, ricordando che il Socrate «è a pochi passi dalle Fosse Ardeatine, luogo dell’eccidio di 335 persone nel 1944 per ordine dei nazisti», sono stati proprio i collettivi del liceo. E subito dopo, appena la notizia si è diffusa (e la lettera protocolla­ta il 4 giugno ha cominciato a circolare), le reazioni sono state decine. La presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, ha espresso «vicinanza» agli studenti che «con coraggio hanno preso una posizione netta contro la decisione della loro preside di ritenere goliardica e d’intento giocoso la foto con i saluti romani» e li ha invitati «in visita al Museo Ebraico di Roma» per spiegare loro «cosa rappresent­i quel saluto nella coscienza civile del nostro Paese».

Un attacco duro, sul filo dell’ironia: «Se la preside è d’accordo», ha chiosato la Dureghello. «Esiste un problema nella nostra scuola - è la conclusion­e - se un dirigente deve essere richiamato dai propri alunni al rispetto dei valori fondanti». Una presa di distanze altrettant­o forte è venuta dal direttore dell’Ufficio scolastico del Lazio: «Il saluto fascista al liceo Socrate? Il consiglio di classe deciderà in merito», ha annunciato Gildo De Angelis. E la preside che parla di «goliardata»? «Se davvero lo ha detto, e pare proprio che sia così, sarebbe grave. Poteva risparmiar­selo». Il caso finisce pure in Parlamento. Nicola Fratoianni, di Leu, ha presentato un’interrogaz­ione al ministro dell’Istruzione «affinché sia fatta chiarezza». E intanto un misto di rabbia e frustrazio­ne sale tra i colleghi insegnanti. «È incompatib­ile con la nostra Costituzio­ne qualsiasi gesto che si richiami al fascismo e tanto più riteniamo inaccettab­ile che ciò si verifichi nel luogo che la Costituzio­ne elegge come agente formativo dei giovani, la scuola», hanno scritto alla loro «capa» 37 professori. La lettera chiarisce meglio quanto accaduto la mattina del 1° giugno. «Non si è trattato del gesto isolato di un singolo, già deprecabil­e, bensì di un certo numero di studenti di ultimo anno, ritratti nella foto ufficiale di classe scattata sulla scalinata».

Un altro retroscena è che «all’inizio non sapevamo se far uscire un comunicat o, per evitare di ingigantir­e la cosa - rivela una studentess­a - ma dopo la presa di posizione della preside siamo stati costretti. Ci ha sconvolto, lei qui dovrebbe rappresent­are lo Stato, fondato sulla Costituzio­ne antifascis­ta».

E serpeggia qualche preoccupaz­ione, adesso. «CasaPound ha fatto un post sulla vicenda - metteva in guardia ieri mattina un ragazzo del collettivo -. Il timore è che domani si presentino qui fuori». ( fpe)

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Ruth Dureghello

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