Il caso delle polo di servizio Gli agenti le devono comprare
Protesta dei sindacati. Il Corpo: presto nuovo appalto
Tutti di corsa nei negozi di articoli militari per acquistare polo blu d’ordinanza, con mostrine giallo e rosse nonché il logo di Roma Capitale, da indossare al posto della tradizionale camicia bianca dell’uniforme. Una scelta obbligata per molti vigili urbani per poter lavorare meglio, più comodi e anche più freschi nelle prossime settimane d’estate. Solo che il capo d’abbigliamento in cotone, del costo di una trentina di euro, non sarà fornito dall’Amministrazione, ma ogni agente che lo vorrà dovrà comprarselo da solo. E probabilmente più di uno, per consentire almeno un cambio al giorno.
In attesa dell’affidamento dell’appalto anche per le polo di servizio, spiegano dal Comando generale - che farà slittare la fornitura al prossimo autunno, se non alla prossima stagione -, l’acquisto autonomo delle magliette è diventato un caso dopo il nullaosta arrivato da via della Consolazione alla Commissione vestiario della Municipale che aveva chiesto un parere sulla questione.
Alcuni sindacati di categoria infatti, come la Cgil (che definisce quella dell’auto-acquisto “una pratica assurda”), denunciano una disparità di trattamento fra vigili urbani di diversi reparti, visto che le polo in questione vengono invece fornite gratuitamente, come parte dell’uniforme, agli agenti di gruppi speciali come quello di Sicurezza sociale urbana e Sicurezza pubblica emergenziale, che però le indossano in combinazione con la tuta mimetica, visto che anche esteticamente non sarebbero abbinabili ai pantaloni della divisa ordinaria. Ma c’è anche dell’altro perché ci sono agenti che hanno segnalato l’utilizzo da parte di alcuni operatori di baschi blu in stile militare, per la Cisl con il fregio della polizia locale, non previsto dalla dotazione ordinaria di servizio.
Secondo Marco Milani, coordinatore romano Uglpl, «quello che sta accadendo è l’inequivocabile indice di disagio del personale verso un’uniforme non più al passo coi tempi per le mutate prestazioni di servizio richieste al Corpo, ormai ben lontane dalla vigilanza di ville, parchi e regolazione viaria indossando un elegante giacca, cravatta e mocassino per gli uomini e giacca, gonna e chanel per le donne». E il segretario provinciale Sergio Fabrizi sottolinea come «l’assurdità della situazione sta nel fatto che il Regolamento regionale del 2015 prevede questi due capi di vestiario, oltre ad altri molto più funzionali e sicuri per l’integrità fisica del personale e strumenti di autotutela (giubbotti antiproiettile, spray balistico al peperoncino, manganelli), passando per l’uniformità regionale dei gradi e della carriera ma, paradossalmente, alcune compagini sindacali si oppongono al suo recepimento lasciando Roma “fuorilegge” e i lavoratori con vestiario in naftalina e ambizioni di carriera tarpate». Il riferimento è in particolare alla revisione dei gradi e dei distintivi, con l’introduzione delle figure del sottufficiale.