LA FRECCETTA SUL BIGLIETTO FILE INUTILI IN METROPOLITANA
Caro Conti, in tutto il mondo, il movimento delle masse ormai è una scienza. Meno che a Roma. Mi è capitato di prendere la Metro, avendo superato indenne l’atmosfera olfattiva da «durascell» che c’è sui bus, perché ovviamente non c’è aria condizionata. Ho dovuto spiegare a viaggiatori romani o stranieri, che non siamo a Parigi dove come inserisci il biglietto esso ti viene risucchiato e restituito dieci metri più avanti e non puoi, non devi fermarti. A Roma sui quattro lati utili che ogni biglietto ha, ne puoi usare soltanto uno, quello che ha una freccia stilizzata e pressoché invisibile. Di qui le file. Giancarlo Santalmassi
Quando si dice che l’Atac andrebbe chiusa e rifondata dalle radici, si intende proprio questo. Cioè ripensare un essenziale servizio pubblico anche in particolari non secondari (visto che provocano le file) come la struttura del biglietto. Caro Santalmassi, noi vecchi cronisti abbiamo l’abitudine di informarci e di capire. Se vediamo una fila inutile, ci chiediamo il perché e troviamo spiegazioni disarmanti. Perché a Parigi non c’è il problema della «freccetta invisibile» sui biglietti, e quindi le file scorrono, e a Roma no? La quantità di eccezioni (imbecilli) in cui annaspa la Capitale rischia di annegarla ogni giorno ....