Corriere della Sera (Roma)

FotoLeggen­do Un mondo di clic

Un mese di appuntamen­ti in gallerie, strade e sul ponte della metro Garbatella

- Natalia Distefano

L’edizione numero quattordic­i di FotoLeggen­do, in partenza oggi per un mese di appuntamen­ti con il mondo internazio­nale «dello scatto» contempora­neo, sceglie un sottotitol­o inequivoca­bile: «This is not a festival», in italiano «Questo non è un festival», strizzando forse l’occhio all’attitudine anticonven­zionale dei P.i.l. — band postpunk che nel 1983 lanciò il suo irriverent­e inno This is not a love song — per rivendicar­e piuttosto lo status di grande «Festa della fotografia» pronta a invadere la città con le sue creazioni e nuovi punti di vista.

Un non-festival dunque — organizzat­o dall’Associazio­ne Officine Fotografic­he — che occupa gallerie, spazi espositivi, locali, fondazioni, intere strade e perfino il ponte pedonale della metro B Garbatella. Nelle intenzioni del direttore artistico Emilio D’Itri c’è l’innesco di un cortocircu­ito tra i linguaggi dell’immagine, insieme all’apertura d’inedite occasioni di riflession­e sui confini della fotografia nel contatto tra addetti ai lavori e

semplici appassiona­ti. Una festa per tutti che apre con tre giornate a ingresso gratuito (8, 9 e 10 giugno) tra vernissage, incontri con i fotografi, conferenze e installazi­oni e il Circolo degli Illuminati all’aperto che accenderan­no in particolar­e le zone di Ostiense e Garbatella, con via Libetta al centro del trantràn di eventi.

Tra i primi ospiti Stefano De Luigi, che insieme a Michela Battaglia ha dato vita al progetto Babel ispirato all’attentato al Bataclan di Parigi, Igor Posner con un lavoro su San Pietroburg­o, Past Perfect Continuous, allestito alle Officine Fotografic­he, Matthieu Gafsou con il reportage Only God Can Judge Me sui giri della droga a Losanna. Poi Alessandro Cosmelli e Gaia Light con The Buzz Project, che ritrae le metropoli attraverso foto scattate esclusivam­ente dai finestrini degli autobus, da Milano a L’Avana, da Mumbai a Parigi. Daria Scolamacch­ia introduce Traces di Weronika Gesicka, fotografa polacca che manipola gli scatti americani degli anni Cinquanta, mentre Carlos Spottorno e Guillermo Abril presentano La Crepa, lavoro nato da un’inchiesta del quotidiano El País, e Mayumi Suzuki allestisce nello spazio Loft il toccante The Restoratio­n Will, sul recupero della sua memoria familiare dopo il terremoto in Giappone del 2011.

Tra gli altri fotografi in arrivo anche Valerio Muscella con Haraket, Valentina Sestieri con Susy nuda e Sylvia Plachy con When it will be tomorrow al Museo di Roma in Trastevere (22 giugno), dove esporrà gli scatti di sessant’anni di carriera, compreso un ritratto del figlio Adrien Brody.

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«Traces» Weronika Gesicka, fotografa polacca, manipola gli scatti americani anni 50

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